Montet (Svizzera), 29 gennaio – 1 febbraio 2018.
Le giovani generazioni guardano alla Chiesa con interesse
Un cambio ecclesiale sotto il segno dell’Unità

La novità sta nel fatto che i rappresentanti di questi 5 Centri,
si sono presentati concordi alle
scuole di Montet presentandosi come un’unica realtà: sono il popolo di Chiara
Lubich, che attualizza con le sue specifiche caratteristiche, la Chiesa del
Vaticano II, camminando nel solco di Papa Francesco.
Il programma si è svolto in modo molto semplice e, soprattutto,
esperienziale; non sono stati i concetti teologici ad emergere, ma il cammino
faticoso volto a concretizzare la spiritualità di comunione. La formazione offerta
alle focolarine e ai focolarini contiene fin dall’inizio questo aspetto
ecclesiale dell’Opera. Ma come fare per incarnarlo?
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Don Antonio Bacelar |
Dopo le reciproche presentazioni, don Antonio Bacelar,
rappresentante dei sacerdoti focolarini, insieme con don Michele, sacerdote
volontario, hanno rotto gli indugi e, prendendo spunto dalla loro esperienza
sofferta, hanno parlato di una Chiesa troppo piramidale che a loro non piaceva,
per entrare nel mistero di una Chiesa che è Popolo di Dio e che ha un suo
profilo mariano. Questa è la Chiesa che hanno incontrato nell’Opera di Maria e
dava una risposta alle loro aspettative, ritrovate successivamente negli insegnamenti
del Vaticano II°, soprattutto in Gaudiun et Spes e Lumen Gentium.
P. Salvo, referente dei Religiosi al Centro dell’Opera, partendo
dalle radici bibliche, ha posto l’accento sul profetismo. Quindi, non solo Chiesa
gerarchica, ma anche profetica. Per cui i carismi non sono solo limitati ai
compiti o ai ruoli da svolgere, ma per loro natura sono a servizio dello
Spirito che anima la Chiesa. Il profilo mariano lo si ritrova ovunque nella
Chiesa, ed è questo il legame che unisce la molteplicità dei carismi e fa “Una”
la Chiesa.
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Suor Carla Casadei al centro circondata da studenti |
Anche il Movimento dei Religiosi e delle Consacrate, ha detto suor
Carla Casadei, francescana dei poveri, si muove in questa dimensione
ecclesiale. Uno scritto di Chiara dell’ottobre 1957 dice: «La
Lega, voi non sapete che cosa sia. Io sola lo so, perché l’ho vista… E’ una
cosa grande, grande, grande. Abbraccia tutta la Chiesa. Comprende tutta la
parte ecclesiastica; tutti i sacerdoti, tutti gli ordini religiosi. E’ una cosa
bella, bella, bella…».
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Da sx a dx: Sameiro, Luca De Meo, Pernandu studente, Salvo, Marco in primo piano e Giancarlo e don Mariano assistente Gen's |
Giancarlo Faletti, che coordina la segreteria dei “vescovi amici”,
ha espresso con intensità spirituale il contenuto chiave del carisma dell’Unità
che ha portato Chiara Lubich ad avere una forte “Passione per la Chiesa”. Il
carisma di Chiara verrà capito e sviluppato se è inserito lì. Infatti, quando a
Trento Chiara ha incontrato il suo vescovo, mons. Carlo De Ferrari, ed è nato
in lei un profondo senso di obbedienza alla Chiesa, lei si è sentita figlia di
questa Chiesa e si è trovata, poi, perfettamente inserita nel Vaticano II.
Attualmente i Vescovi amici del Movimento dei Focolari sono qualche centinaio.
In questo incontro uno di loro, Mons. Brendan Leahy, vescovo della diocesi di Limerick
in Irlanda, è rimasto per due ore in video-conferenza e ha potuto descriverne
meglio lo spirito che li anima e raccontare i frutti che avvengono nelle loro
diocesi.
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A sinistra Palmira Frizzera, che fu tra le prime compagne di Chiara Lubich agli inizi del Movimento dei Focolari |
Marco e Sameiro, del Movimento parrocchiale e diocesano sono
partiti dal carisma di Chiara Lubich, che è Ut omnes, il testamento
di Gesù. Il programma di tutto il movimento diocesano e parrocchiale si snoda
in questi tre punti: 1) Partire dalla Chiesa, 2) Partire da Gesù in mezzo con
la mistica del noi, 3) Partire dall’ut omnes che guarda a tutta l’umanità.
In questa linea dovrebbero muoversi tutte le diramazioni del Movimento dei
Focolari, perché è un’Opera-Chiesa.
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Al Centro Palmira Frizzera, da sempre insegnante a Montet, circondata oggi da studenti ed educatori |
Sia durante che dopo queste presentazioni,
ci fu una pioggia di domande da parte dei presenti, con esperienze concrete che
precisavano, o correggevano, quanto si è fatto finora e quanto si sta facendo
nell’Opera.
I presenti in quest’aula erano felici e contenti di saperne di più
e di sentirsi sempre più conquistati da Gesù, il Risorto, che fa bella la
Chiesa.
In conclusione, si è avvertito che è partendo da questo principio di fede
e di obbedienza alla Chiesa che Dio prepara le strade per portare avanti i suoi
piani. Anche le indicazioni concrete ci sembravano suggerite dallo Spirito
Santo, perché avvalorate dalla vita vissuta in Gesù, che sulla croce si sente
abbandonato. Questo è il segreto che tutto trasforma e diventa opera di Dio, Regno
suo. Il corso di 18 ore di ecclesiologia che seguirà, portato avanti da Mariano
Steffan, membro del gruppo di ecclesiologi della scuola Abba, troverà ora negli
alunni una ottima base per incrementare la “Passione per la Chiesa”, che sta a
cuore a tutti coloro che sono chiamati a vivere per l’Unità.
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