Parigi, 25 marzo 2017.
Jean-Pierre Sibien: ne ha passate tante, ma è rimasto
fedele
Jean-Pierre Sibien è ritornato nella casa del Padre il 25 marzo 2017 all’età di 89 anni. Si
trovava a Bry-sur-Marne nella Diocesi di Parigi.
È nato a Paris (17° quartiere) il 29/08/1927. Incontrò i Padri Bianche nel 1952
ed incominciò la sua formazione spirituale e teologica nella loro Maison-Carrée
nel 1952 e cinque anni dopo il 21 aprile 1957 fu ordinato sacerdote. Partì subito come missionario in Africa ed è lì che ha conosciuto il Movimento
dei Focolari con il quale rimase in contatto per tutta la vita. Nella sua lunga
vita, infatti, ha trascorso 60 anni come missionario in Africa, e quasi sempre
nel Burundi, ma anche in Zaïre e infine in Francia. Nel Burundi dal 1957 al
1985 si recò in diversi luoghi assumendosi anche non poche e delicate
responsabilità nel seminario di Mureke, come vicario episcopale in tre diocesi
(Muyinga, Ngozi e Giheta) e infine come cancelliere (Chancelier Gitega
Burundi).
Ma a causa dei tempi difficili di quel momento storico del Burundi fu
espulso da quel paese dove si era prodigato tanto (12 aprile 1985) e si
trasferì nello Zaïre. Qualche anno più tardi (1989) ritornò in Burundi e vi
rimase fino al 1987, anno in cui si ritirò per un anno sabatico alla scuola
Claritas di Loppiano e poi rimase in Francia fino l termine della sua vita.
Il ricordo che ha lasciato sono indelebili e carichi di speranza. Un religioso
scrive di lui: «Era in contatto regolare con noi quando eravamo a Fonjumetaw (Cameroun) e anche
dopo. L’avevo incontrato in Burundi durante una mia visita. Lui stesso poi era
venuto da me Fonjumetaw, in compagnia di P. Jean Calon, cappuccino del Tchad. Ma
i nostri incontri non erano solo limitati ad un reciproco scambio, ma ci siamo
ritrovati in vari incontri organizzati dall’Opera di Maria a Nairobi e altrove.
P. Jean Pierre è stato un religioso che mi ha sempre edificato. Al nipote che
mi ha comunicato la sua morte, commentavo: i mass media e i giornalisti in
genere danno grande risalto agli scandali della Chiesa, ma nessuno scrive su
persone come Jean Pierre Sibien, che oserei definirlo un missionario-eroe, per
quante ne ha passate in Burundi nei momenti critici. Sono certo che ora è tra
coloro che hanno ricevuto la loro giusta ricompensa in cielo».
«Jean-Pierre
– disse a nome di tanti altri, un religioso il giorno del suo funerale – ti diciamo
semplicemente un grande grazie per la tua fedeltà e per l’amore a Colui che tu
chiamavi Gesù Abbandonato, e che tu sapevi spesso riconoscere durante le tue
giornate. Gesù che ti ha chiamato ad abbracciare ogni dolore, ogni negativo,
sia in te stesso che negli altri che ti stavano vicini, questo Gesù che tu
riconoscevi bene e che abbracciavi sempre e che subito dopo ti mettevi ad amare
concretamente: Una lettera, una telefonata, un fratello da accogliere … è stato certamente questo
Gesù ti ha aiutato ad apriti al mondo intero».

Il suo
incontro con l'Ideale di Chiara Lubich, cioè con quel carisma dell’Unità e
della Spiritualità di comunione che da esso promana, lo ha spinto a vivere con passione
secondo lo spirito del suo fondatore, il Cardinal Lavigerie; uno spirito aperto
e caratteristico dei Padri Bianchi Missionari d’Africa, uno spirito d’amore che
unisce tutti in una sola famiglia. (Mariano Steffan)
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