Incontro del Movimento
delle Religiose e dei Religiosi
Le due branche delle Consacrate e dei Religiosi
dell’Opera di Maria, da tempo si stanno confrontando per rilanciare il
Movimento dei Religiosi e delle Religiose che porta in sé i loro molteplici
carismi, allo scopo di farli illuminare dal Carisma dell’Unità dell’Opera di
Maria (o Movimento dei Focolari). Essi sono convinti che tutti i
carismi, se ben vissuti e partecipati, possono essere una risposta alle attese ecclesiali di oggi.
I consacrati che sono stati in contatto con
il carisma dell’Unità di Chiara Lubich, dopo aver ripensato ad un nuovo
“Paradigma” che rilancerebbe questo Movimento, sono finalmente arrivati al
momento di poter dare inizio ad un confronto che lo valorizzi, con
quelle modalità e aperture che la Chiesa auspica e che l’Opera
di Maria vorrebbe. Questo incontro era carico di attese. Infatti, una cinquantina di uomini e donne espressamente invitati - persone consacrate, ma anche laici vicini a qualcuno a qualcuno di questi carismi -, si sono sentiti in dovere di poter dare delle risposte puntuali e vitali, partendo dai bisogni della gente e sulla base del carisma dell’Unità.
Il programma, introdotto da P. Salvo
D’Orto O.M.I., prevedeva un percorso riflessivo che si concentrava sull’unità
chiesta da Gesù al Padre prima della sua passione (I° giorno), sull'attenzione alle giovani
generazioni (II° giorno) e sull’individuazione di risposte concrete e incarnate
nel contesto di oggi (III° giorno). Al termine di ogni giorno i gruppi di
lavoro erano impegnati ad individuare alcune linee operative fondamentali maturate dalle loro esperienze concrete, che
sono state poi condivise in plenaria. È proprio su queste linee di azione, non certo teoriche ma che esigono un'incarnazione, che qui ci
soffermiamo di più, perché saranno oggetto di ulteriori sviluppi ispirati da un metodo pratico, vitale ed esperienziale, che, se verificato ed evangelicamente corretto, porta frutto.
Ut omnes unum sint
Partendo, quindi, da una riflessione che Chiara Lubich ha tenuto nel 1981 sull’unità, aiutati anche da un recente intervento di Jesús Morán, l'attuale Copresidente dell’Opera di Maria, si sono cercate quelle linee d’incarnazione del carisma per guardare all’oggi con quel taglio operativo che valorizza la vita. Questo sguardo è stato ulteriormente sottolineato nel pomeriggio da Andrew Camilleri, consigliere generale del Movimento dei Focolari, che ha presentato dei percorsi nuovi che si stanno attualizzando e che stanno dando frutti in tutto il mondo.
Il lavoro che si è svolto nei gruppi, infatti, ha sottolineato queste linee operative che danno speranza. Ecco alcune di queste linee operative:
- vanno
individuati nuovi modi
per trasmettere alle proprie comunità una testimonianza gioiosa del proprio
carisma vissuto alla luce del carisma dell’unità, perché è un carisma che le rinnova
e le illumina;
- questa passione per l’unità, oltre
a rimettere in luce la bellezza dei carismi, è un segno profetico che porta ad
una rinascita delle proprie famiglie religiose e rende più visibile la Chiesa
con la sua tensione alla santità; - il carisma è come un filo d’oro che sa tessere fedeltà e perseveranza. E, inoltre, rivela l’unità tra religiosi che hanno in comune lo stesso Vangelo vissuto, la scelta dell’unico Dio e l’amore a Gesù Crocifisso e Abbandonato. Questi sono religiosi in vocazione e in missione, e vogliono essere persone di comunione che danno la vita;
- i carismi sono segni profetici che vanno rilanciati nella quotidianità, ma anche nei continenti, nei prosessi d’inculturazione, nella collaborazione tra i vari istituti religiosi, nel vivere nella reciprocità tra il femminile e il maschile, perché tutto ciò crea un vero ambiente di crescita per le proprie comunità religiose e per i laici che vivono attorno ad esse;
- se è vero che ogni carisma è un dono che Dio fa all’umanità, è vero anche che ogni carisma richiede una radice profonda per dare risposte, sia alle famiglie religiose portatrici del proprio carisma che alla società. Per cui l’essere aperti alle ispirazioni dello Spirito suggerisce, poi, di mettere in atto dei processi di unificazione, con iniziative ben curate che fanno crescere la cultura dell’unità.
Le giovani generazioni
Questa
seconda giornata inizia con alcuni stralci dei discorsi che Chiara Lubich ha
fatto ai giovani del Movimento dei Focolari negli anni ’70, dove si sottolinea
che il rapporto tra le generazioni richiede quella dinamica di rispetto, di reciprocità
e di armonia che sappia riflettere i rapporti trinitari. È su quest’onda che la
giornata si è svolta. I giovani che nella Chiesa stanno facendo un cammino nei
movimenti ecclesiali, nella parrocchie e nelle comunità religiose, nel sociale,
danno speranza e non hanno uno sguardo limitato e ristretto, ma uno sguardo che abbraccia il
mondo intero.
Questi
aspetti, emersi anche nelle esperienze concrete raccontate nelle tavole
rotonde, sono state sottolineate anche dai lavori di gruppo. - Alla base dei rapporti tra le generazione ci deve sempre essere un legame di unità e distinzione, ma questi rapporti siano espressivi di un cuore buono, di una presenza viva di Gesù, di un saper riconoscere i propri errori e ricominciare.
- Come fare, quindi, per portare ai giovani religiosi quest’ansia benefica per l’unità? A loro gli ideali non mancano, perciò vanno sostenuti nei loro progetti con l’affetto, la preghiera e, perché no!, con la provvidenza.
- Inoltre, nei rapporti personali un/a giovane, si richiede ascolto profondo e fiducia, e le conseguenti proposte siano il frutto di un’esperienza personale con Gesù;

- Sulla questa base esperienziale la testimonianza acquista più senso per i giovani. Per cui, incontrandoli nel loro ambiente, vanno avvicinati facendo loro conoscere le conseguenze pratiche della Parola di Dio vissuta, e come questo stile di vita può trasformare l’esistenza umana.
- In sostanza, per portare i giovani a Dio in modo che Lui faccia trovare il loro posto nella Chiesa, occorre coltivare le famiglie, rieducarci all’ascolto dei giovani, riscoprire il valore della preghiera, rispondere al bisogno di accoglienza, accompagnare per saperle superare le fragilità del mondo giovanile, spesso dovute a difficoltà in famiglia.
L’Incarnazione come risposta ai bisogni
Il terzo giorno è stato
interamente dedicato alla ricerca di una incarnazione che sappia guardare ai
bisogni reali e concreti, manifesti o nascosti, palesi o sommersi. In questa
direzione un commento di Hubertus
Blaumeiser su Risurrezione di Roma,
testo scritto da Chiara Lubich nel ’49, ha aiutato tutti ad avere uno sguardo
sulla realtà, per riuscire ad andare fino alla radice dei problemi, per saperli
guardare con lo sguardo stesso di Dio.
Molto proficuo si è rivelato anche l’incontro con l’associazione “Famiglie Carismatiche in Dialogo”, dove sono
intervenuti P. Isidoro Murciego, Presidente del Comitato Coordinatore
dell’Associazione, e Donatella Acerbi, sua collaboratrice e prima responsabile
dei laici pallottini. Coordinati da Antonio Porcellato della SMA (Società
Missioni Africane), questo incontro ha spalancato lo sguardo sulla comunione
tra i carismi. Una esigenza reale e tanto attesa dall'Associazione Famiglie Carismatiche,
che dopo alterne vicende sembra abbia trovato una sua linea operativa, grazie
anche p. Fabio Ciardi. La Tavola Rotonda a tutto campo che ne è seguita con il Movimento Parrocchiale e Diocesano, Movimento Sacerdotale, Movimento Famiglie Nuove, Movimento Nuova Umanità, ha dimostrato quanto tutti questi movimenti dell’Opera di Maria possono essere tra loro in sintonia e collaborare insieme, pur salvaguardando lo specifico di tutti.

- La realtà va guardata con coraggio e senza turbarsi. La forza viene dall’unione con Dio e dal Risorto che è tra noi. Con quest’animo il dialogo può essere portato avanti con chiunque: con le nuove generazioni in ricerca, con le persone senza riferimenti a principi religiosi, con le famiglie disastrate…
- Le azioni da promuovere possono essere tante, ma merge sempre più l’orientamento di avere un unico movimento di persone consacrate; che ci si impegni di più nel promuovere le giovani generazioni di consacrate e religiose; che si collabori effettivamente con tutti i movimenti a largo raggio…
- È necessario creare spazi per favorire le esperienze di comunione, perseverando nell’amore fino alla reciprocità, fino ad arrivare all’applicazione della mistica del noi.
- In questo compito i laici non sono esclusi, anzi, sono pienamente coinvolti. Infatti guardandoci attorno, gli impegnati del Movimento per l’unità dei carismi, ci sono già, si tratta di riconoscerli e di camminare insieme.
In conclusione, riascoltando
quanto Emmaus e Jesús, Presidente e Copresidente del Movimento dei Focolari,
hanno detto ai religiosi e alle religiose il 22 febbraio scorso, emerge che alcune
direttive erano già state anticipate e, quindi, questo programma di azione
infonde fiducia e porta a mettersi insieme con le nostre particolarità e sinergie
per dare risposta ai bisogni. È nata in tutti la percezione che di fronte a noi
ci sono delle autostrade aperte per arrivare all’ut omnes, per vivere la
mistica del noi, per irradiare la comunione e formarsi con continuità.

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