martedì 4 aprile 2017

Un eroico Padre Bianco, missionario d’Africa

Parigi, 25 marzo 2017.


Jean-Pierre Sibien: ne ha passate tante, ma è rimasto fedele

Jean-Pierre Sibien è ritornato nella casa del Padre il 25 marzo 2017 all’età di 89 anni. Si trovava a  Bry-sur-Marne nella Diocesi di Parigi.


È nato a Paris (17° quartiere) il  29/08/1927. Incontrò i Padri Bianche nel 1952 ed incominciò la sua formazione spirituale e teologica nella loro Maison-Carrée nel 1952 e cinque anni dopo il 21 aprile 1957 fu ordinato sacerdote. Partì subito come missionario in Africa ed è lì che ha conosciuto il Movimento dei Focolari con il quale rimase in contatto per tutta la vita. Nella sua lunga vita, infatti, ha trascorso 60 anni come missionario in Africa, e quasi sempre nel Burundi, ma anche in Zaïre e infine in Francia. Nel Burundi dal 1957 al 1985 si recò in diversi luoghi assumendosi anche non poche e delicate responsabilità nel seminario di Mureke, come vicario episcopale in tre diocesi (Muyinga, Ngozi e Giheta) e infine come cancelliere (Chancelier Gitega Burundi)
Ma a causa dei tempi difficili di quel momento storico del Burundi fu espulso da quel paese dove si era prodigato tanto (12 aprile 1985) e si trasferì nello Zaïre. Qualche anno più tardi (1989) ritornò in Burundi e vi rimase fino al 1987, anno in cui si ritirò per un anno sabatico alla scuola Claritas di Loppiano e poi rimase in Francia fino l termine della sua vita.
Il ricordo che ha lasciato sono indelebili e carichi di speranza. Un religioso scrive di lui: «Era in contatto regolare con noi quando eravamo a Fonjumetaw (Cameroun) e anche dopo. L’avevo incontrato in Burundi durante una mia visita. Lui stesso poi era venuto da me Fonjumetaw, in compagnia di P. Jean Calon, cappuccino del Tchad. Ma i nostri incontri non erano solo limitati ad un reciproco scambio, ma ci siamo ritrovati in vari incontri organizzati dall’Opera di Maria a Nairobi e altrove. P. Jean Pierre è stato un religioso che mi ha sempre edificato. Al nipote che mi ha comunicato la sua morte, commentavo: i mass media e i giornalisti in genere danno grande risalto agli scandali della Chiesa, ma nessuno scrive su persone come Jean Pierre Sibien, che oserei definirlo un missionario-eroe, per quante ne ha passate in Burundi nei momenti critici. Sono certo che ora è tra coloro che hanno ricevuto la loro giusta ricompensa in cielo».
«Jean-Pierre – disse a nome di tanti altri, un religioso il giorno del suo funerale – ti diciamo semplicemente un grande grazie per la tua fedeltà e per l’amore a Colui che tu chiamavi Gesù Abbandonato, e che tu sapevi spesso riconoscere durante le tue giornate. Gesù che ti ha chiamato ad abbracciare ogni dolore, ogni negativo, sia in te stesso che negli altri che ti stavano vicini, questo Gesù che tu riconoscevi bene e che abbracciavi sempre e che subito dopo ti mettevi ad amare concretamente: Una lettera, una telefonata, un fratello da accogliere … è stato certamente questo Gesù ti ha aiutato ad apriti al mondo intero».
Un altro amico che ha avuto l’occasione di conoscerlo durante il suo ultimo periodo a Lione scrisse: «Fu un ambasciatore del Regno delle Beatitudini sulla terra. E non vedo perché non possa continuare ad esserlo là dove si trova in questo momento, in cielo. La sua amicizia ne era già in se stessa un segno tangibile!»

Il suo incontro con l'Ideale di Chiara Lubich, cioè con quel carisma dell’Unità e della Spiritualità di comunione che da esso promana, lo ha spinto a vivere con passione secondo lo spirito del suo fondatore, il Cardinal Lavigerie; uno spirito aperto e caratteristico dei Padri Bianchi Missionari d’Africa, uno spirito d’amore che unisce tutti in una sola famiglia. (Mariano Steffan)

Nessun commento:

Posta un commento