venerdì 31 marzo 2017

A Montet (CH) le realtà ecclesiali dell'Opera di Maria si presentano

Montet (Svizzera), 27-30 marzo 2017.


Nella cittadella di Montet vengono evidenziati per la prima volta gli aspetti ecclesiali dell'Opera dai diretti responsabili

 Sono stati veramente giorni primaverili quelli trascorsi a Montet, nella cittadella dei Focolari, dal 27 al 30 marzo. È la seconda volta che vado nella cittadella per presentare alle gen, ai gen, alle focolarine e ai focolarini del secondo anno della scuola, la realtà dei Religiosi dell’Opera.

Quest’anno è stata una bellissima novità, condividere quest’esperienza con Giancarlo Faletti per la segreteria dei Vescovi “amici”, Antonio, Istvan e Sbizcheck, rispettivamente responsabili dei Sacerdoti Focolarini, dei Sacerdoti Volontari e dei Gen’s, Sameiro e Marco del Movimento Parrocchiale e del Movimento Diocesano, Suor Felecitas e Maria Teresa, di Loppiano che portavano la realtà delle Consacrate.

Ciascuno è stato presente ai momenti nella quale gli altri presentavano le loro realtà completandosi a vicenda, nel tentativo di offrire una visione d’insieme di quello che l’Opera oggi vive attraverso le nostre diramazioni, nella Chiesa e nella Società.

Toccante l’aggiornamento di Giancarlo sulla figura del cardinale Miloslav Vlk e sul momento vissuto a Praga durante il suo funerale. Molto intenso anche l’intervento del Vescovo Brendan Leahy, in videoconferenza.

Più volte ho pensato a tutti i religiosi del mondo che vivono l’Ideale e che costruiscono la presenza di Gesù nella Chiesa e nell’Opera, cercando di essere una loro espressione, un’espressione dell’unità di tutti loro. Anche le popi e i popi mostravano la loro gratitudine per le religiose e i religiosi che spesso sono stati il primo seme dell’Opera in tante parti del mondo e accompagnatori fedeli per tante vocazioni nell’Opera.


Alla fine di questi giorni l’impressione è di un unico momento di dialogo, di conoscenza reciproca, di stupore per la bellezza di quanto Maria costruisce nella sua Opera. 
Salvo D’Orto, omi


Religiosi a Vienna: Note di un'unica sinfonia

Vienna, 13-17 febbraio 2017


14 famiglie carismatiche s’incontrano per incominciare un nuovo cammino insieme


Nel Dialog-Hotel di Vienna ebbe luogo l’incontro dei religiosi del Movimento dei Focolari. Il nome dell’Hotel che li ospita è significativamente indicato per esprimere le aspettative di questi 18 consacrati di 14 famiglie carismatiche di antica e recente fondazione. La loro età varia dai 35 agli 84 anni. Sono tutti attivamente coinvolti nella vita dell’Opera di Maria da diversi anni, qualcuno fin dagli anni ‘50.
Poi l’incontro programmato si svolge al Centro Mariapoli a Vienna. Questo è il primo incontro di religiosi della nuova zona Europa Centrale (DACH).
La città di Mozart e Strauss è l’ambiente culturale proficuo che fa da sfondo all’approfondimento del tema: Gesù crocifisso e abbandonato – Fondamento di una spiritualità della comunione. Il là viene dato da una conversazione di Chiara Lubich del 1971, contestualizzata e introdotta da Gusti Oggenfuss: “Gesù abbandonato e le croci dell’Opera di Maria”.
In un’ora di colloquio a tu per tu con Gesù, i singoli partecipanti riconsiderano e riconfermano la loro personale adesione a Colui che è radice e chiave dell’unità. 
I tre giorni di questo coinvolgente incontro (13-17 febbraio 2017) si caratterizzano per un continuo scambio di esperienze ed impressioni come altrettante note di quest’unica sinfonia. Molto indovinate le visite ai focolari femminili e maschili del Centrozona perché si sono rivelate come dei veri momenti di famiglia e di grande luce.
Il rapporto profondo di Klaus Hemmerle con Gesù crocifisso e abbandonato viene illustrato da Wolfgang Bader che fin da giovane ha avuto un contatto privilegiato con il futuro vescovo di Aquisgrana. Le note comuni emerse della comunione finale sono: gratitudine a Dio, impegno nel riconoscere il volto dell’Abbandonato nella vita quotidiana e consapevolezza di essere solo all’inizio. Si riparte da questi tre punti per fare un cammino insieme che s’inserisce nel concerto della vita di tante persone che in tutto il mondo, non solo apprezzano la musica dell’unità, ma anche s’impegnano a suonare la propria parte.
p. Theo Jansen ofmcap.

A Palermo (Sicilia) Sacerdoti e Religiosi insieme per un progetto comune

Palermo
Capitale del Mediterraneo
Città dei giovani per il 2017
Città della cultura per il 2018

Sacerdoti e Religiosi insieme per un progetto comune

Sacerdoti e Religiosi del Movimento dei Focolari, dal 25 maggio 2016 s’incontrano mensilmente nel focolare maschile di Palermo con i focolarini responsabili dell’Opera. Le attività ordinarie da loro svolte sono varie e molto significative: due di loro sono insegnanti universitari, uno è ancora studente universitario, un altro è impegnato in parrocchia, un è responsabile di comunità. Tra tutti è scattata subito una bella comunione. 
Palermo, 25 maggio 2016. I° incontro di sacerdoti e religiosi


Gli incontri sono concreti e ci si sente in famiglia: ci si incontra volentieri, si mangia insieme, ci si aiuta in cucina con molta semplicità. Nell’arco di un anno il gruppo si è aperto anche ad altri sacerdoti e religiosi: un benedettino, un sacerdote della Diocesi di Monreale, un altro di Piana degli Albanesi, due della Diocesi di Agrigento e tre africani. Altri ancora hanno espresso il desiderio di voler approfondire questo carisma dell’unità, fra questi c'è un francescano. 



All’inizio dell’anno sociale in corso (settembre 2016) il gruppo si è allargato anche ai sacerdoti e religiosi delle Diocesi di Mazara del Vallo e Trapani. Chi non poteva essere presente si metteva poi in contatto, ed altri hanno potuto partecipare alla Mariapoli che si è svolta in quella zona. Un sacerdote che era stato presente a qualche Mariapoli di Fiera di Primiero si è aggiunto al gruppo. Di recente si è costituito una piccola équipe di sacerdoti e religiosi che s’incontra con più regolarità per mettersi al servizio degli altri e curare ogni piccola iniziativa. 
Marsala (TP), settembre 2016.
Incontro di Religiosi e Sacerdoti

Come si nota la comunione circola e le iniziative non mancano. Colpisce, in particolare, l’immediata e concreta comunione che si realizzata subito. In quell’incontro di settembre c’era anche il Vescovo di Trapani, Mons. Pierino Fragnelli, che da Rettore del Seminario Romano aveva incontrato Chiara Lubich e l’ha invitata in seminario a parlare ai seminaristi!

«Io stesso avverto che la mia vita ideale – afferma un religioso –, grazie a questa intensità, è molto cambiata rispetto agli anni precedenti. C’è un maggiore inserimento nel Movimento dei Focolari, grazie anche alla mia partecipazione al Consiglio di questa zonetta e ad una partecipazione e disponibilità più attiva agli incontri con altri sacerdoti e religiosi».

In questo periodo ci furono due eventi significativi che ci hanno coinvolto sacerdoti e religiosi: la tournée del Gen Verde e la visita culturale dell’Istituto Universitario Sophia.

Beato Pino Puglisi
Ai primi di febbraio il Gen Verde ha tenuto un concerto proprio a Palermo nel liceo artistico del quartiere Brancaccio dove il Beato Pino Puglisi ha svolto la sua attività di Parroco ed è stato ucciso dalla mafia locale. In questa occasione, il complesso musicale Gen Verde, com’è suo stile, ha coinvolto un centinaio di alunni in vari work-shop che, poi, si sono esibiti in tre spettacoli: a) Uno per i loro compagni e le rispettive famiglie alla presenza del Vescovo e del Sindaco; b) Un altro nel teatro più rinomato e capiente di Palermo di fronte ad un migliaio di persone, che, per l’esaurimento di biglietti, fu replicato. Anche i sacerdoti e i religiosi, coinvolti nella organizzazione, hanno assicurato la celebrazione eucaristica quotidiana negli orari più opportuni e superando anche gli imprevisti. È stato bello lanciarci in questa avventura e sposarne la causa, godendo dell’entusiasmo di questi giovani partecipanti, trasformati in artisti, che hanno potuto conoscere dal vivo il messaggio dell’Unità di Chiara Lubich.

Palermo 3-5 febbraio 2017. Il Gen Verde al Pala Oreto e al Teatro Golden
Il secondo impegnativo momento avvenne nei primi giorni di marzo, quando, organizzato soprattutto da Don Vito, sono venuti a Palermo professori, studenti dell’Istituto Universitario Sophia, con il loro Preside Piero Coda e il prof. Gerard Rossè, per una visita culturale. Erano circa una sessantina di persone, accolte ed accompagnate dal Parroco di Monreale per una prima tappa nel Duomo di Monreale. Poi ci fu l’incontro con il vescovo di quella diocesi Mons. Michele Pennisi, ed infine, una serata di festa.
Duomo di Monreale, interno

Il giorno successivo si sono recati a Palermo vicino a “Porta Nuova” in una piazza che in questa occasione fu intitolata a Chiara Lubich. Una guida adeguata ha illustrato i momenti salienti della storia di Palermo, la descrizione del Palazzo Reale risalente all’epoca dei Normanni, gli splendidi mosaici della Cappella Palatina ed altri monumenti considerati patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Dopo una breve pausa davanti al Beato Pino Puglisi, il gruppo si è recato in un locale superiore – al livello del tetto della cattedrale con una bella veduta su Palermo – per il pranzo.

La visita, poi, è continuata nel palazzo del comune nell’Aula Consigliare della Città di Palermo. Un Consigliere comunale ha presentato le lapidi ricordo delle persone uccise dalla mafia, tra le quali spiccavano i due giudici: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Davanti alla sede del Palazzo Comunale ci fu un incontro anche con il Sindaco, Leoluca Orlando. 
I giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
«Gli immigrati sbarcati a Palermo – ha detto il primo cittadino di Palermo – possono considerarsi subito “cittadini palermitani” e ci insegnano la meritocrazia, perché collaborano per garantirci dalle infiltrazioni terroristiche ISIS, o dagli scafisti, a vantaggio della sicurezza e tutela di tutti i cittadini». Nonostante le dicerie, il Sindaco assicura che nell’Amministrazione Comunale non vi sono infiltrazioni mafiose ed auspica un rapporto culturale diretto tra il Comune di Palermo e l’Istituto Universitario Sophia.
Piazza Pretoria, accanto al Comune.
Nella foto il gruppo universitario di Sophia con al centro il Sindaco, On. Leoluca Orlando
Quel pomeriggio, il Preside di Sophia, Prof. P. Coda, in un incontro con l’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice, ma stimolato anche da alcune testimonianze di studenti liceali che avevano partecipato al programma del Gen Verde, ha parlato del modello socio-culturale che in questi anni si è rivelato vincente a Palermo e meriterebbe di essere studiato dalla sezione accademica d’indirizzo politico-economico dell’Istituto Universitario Sophia.
Prof. Piero Coda, Preside dello IUS
«Tale modello, con i dovuti aggiustamenti e adattandolo ad ogni singolo contesto – ha ribadito con convinzione il Preside –, potrebbe essere proposto anche a livello internazionale». In una città come Palermo dove, ad esempio, si verificano casi estremi di ingiustizia e illegalità organizzata, contrapposte ad altre forme di serio impegno di amore eroico, portato avanti da organizzazioni per la difesa della giustizia; in questo luogo dove le convivenze non sono facili, c’è qualcosa di nuovo che si rivela vincente e merita di essere approfondito e studiato nei suoi processi.


In conclusione, le competenze artistiche di P. Heinz Pfeiffer, che ha partecipato a quasi tutto il programma, come pure la competenza universitaria di Don Vito, la presenza di tutti noi, sacerdoti e religiosi, hanno dato un piccolo apporto alla buona riuscita della Tournée del Gen Verde e agli obiettivi che l’Istituto Universitario Sophia si era proposto. Ora, il complesso musicale Gene Verde e i componenti dell’Istituto Sophia sono ritornati, ma il legame con loro rimane vivo, intenso, concreto... e continua a portare frutti. Questo gruppo di sacerdoti e religiosi, ancor più motivati da queste esperienze, ha ripreso il suo cammino di comunione ancor più consolidato di prima. (P. Giovanni Fustaino omi)





lunedì 27 marzo 2017

Un interessante profilo su Padre (fra) Vittorio Della Rovere

Al di sopra di tutto la carità

Chiesa parrocchiale di Manzinello (UD)
dove nacque fra Vittorio
Fra (padre) Vittorio Della Rovere è deceduto nell'infermeria dei Cappuccini di Conegliano (TV) domenica 7 febbraio 2016, all'età di 83 anni, accompagnato da un confratello che, al momento della partenza, gli stringeva la mano. Fra Vittorio aveva saputo farsi tutto a tutti sino lla fine, anche nell'ultima sofferenza.

Un piccolo ed interessante fascicolo curato dal suo confratello fr. Silvano Moro ne racconta la storia e riporta la traccia spirituale della sua figura. Si possono chiedere le copie rivolgendosi direttamente e lui o a questo indirizzo:

Santuario della B. Vergine
Via Castelmonte 2
33040 - Castelmonte (UD)


Il Cardinal Miloslav Vlk: il coraggio di un Pastore

Praga, 25-26 marzo 2017.

A Praga, centro religioso e politico della Repubblica ceca, la Chiesa si è riunita per dare l’ultimo saluto al suo Cardinale.

Questo Cardinale, tanto amato dalla gente per il suo impegno per la giustizia, i diritti umani, la pace e il dialogo a tutto campo e con tutti, lascia un impegnativo messaggio di collaborazione e di speranza per un futuro di convivenze stabile e libero, carico di aspettative e tutto da realizzare.

I componenti della segreteria dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, tra i quali anche un religioso, venerdì 24 marzo sono partiti da Grottaferrata, Centro del Movimento dei Focolari, per recarsi a Praga e poter partecipare all’indomani alla liturgia funebre del deceduto Card. Miloslav Vkl. Appena arrivati all’aeroporto un pulmino li ha trasportati nella chiesetta delle carmelitane, di fronte al vescovado, per potersi inserire nella lunga fila di fedeli che si stavano accostando al defunto ed avere con lui un momento di intimità spirituale, ora che è passato all’altra vita. A loro, un altro gruppo significativo di membri del Movimento dei Focolari si è aggiunto per ringraziare Dio che ha donato alla Chiesa questa indimenticabile figura di vescovo che tanto fa fatto per questo movimento.


La sua vita

Il Cardinal Miloslav Vlk è morto il 18 marzo 2017 nella sua Arcidiocesi di Praga, all’età di quasi 85 anni. Nato il 17 maggio 1932 a Líšnice, provincia di Písek nella Boemia del sud, in una famiglia molto buona e semplice, ebbe la possibilità di portare a termine i suoi studi liceali (1952). Poi lavorò come operaio in una fabbrica di motori, fece il servizio militare a Dvory. Successivamente, frequentò l’università San Carlo di Praga, dove si laureò in archivistica nel 1960. Solo più tardi (1964) gli fu permesso di intraprendere gli studi teologici presso la facoltà di Teologia dei Santi Cirillo e Metodio di Lotomĕřice e nel 1968 fu ordinato sacerdote. La sua influenza e il suo stile pastorale si distinsero e allarmarono le autorità politiche, tanto che fu trasferito in sperduti villaggi di campagna come parroco. Ma nemmeno là la sua attività rimase nascosta perché nel 1978 gli organismi statali gli ritirarono definitivamente l’autorizzazione di esercitare il suo ministero sacerdotale, che don Miloslav, tuttavia, continuò ad esercitare clandestinamente. Impedito dall’esercitare attività pastorali pubbliche, si diede a quelle lavorative lavando vetri e prestando il servizio di archivista nella Banca Statale di Praga. Questo fino al 1989, quando, restituita l’autorizzazione di esercitare il suo ministero sacerdotale fece di nuovo il parroco in paesini di montagna e nel 1990 venne nominato vescovo a České Budĕjovice. Un anno dopo è Arcivescovo di Praga e Primate di Boemia, quindi, per dieci anni Presidente della Conferenza episcopale. Rimase alla guida della arcidiocesi di Praga fino al 3 febbraio 2010. Anno in cui Papa Benedetto XVI accettò la sue dimissioni per raggiunti limiti di età.

La liturgia funebre

La cerimonia del suo funerale, avvenuta il 25 marzo nella Cattedrale di Praga, ha visto come celebrante principale il Cardinal Dominik Duka e fu concelebrata da una trentina di vescovi e intorno ai 300 sacerdoti. Erano presenti alcune autorità civili e numerose associazioni. La grande folla dei presenti non riempiva solo la splendida chiesa gotica, ma anche i cortili del Palazzo governativo che la circondava fino alla piazza. L’omelia funebre, tenuta da Mons. František Radkoský, vescovo emerito di Plezeň, sottolineava che per questo Cardinale, suo amico e compagno di tante avventure, fu decisiva la scelta di seguire Dio-Amore e cercare sempre di fare concretamente la sua volontà. Tale scelta, per lui che era pieno di energia, non fu una cosa semplice, ma una lotta difficile, date le condizioni e le situazioni in cui si è imbattuto nella sua vita. «Era un combattente perseverante e coraggioso – ha affermato Mons. F. Radkoský – impegnato per la povertà, il diritto e la giustizia per la Chiesa, non solo nel periodo della dittatura comunista, ma anche nel tempo in cui si assunse la responsabilità per tutta la Chiesa del suo Paese come Primate e Presidente della Conferenza episcopale». Di grande aiuto per superare tanti ostacoli – è stato detto a più riprese – è stata per lui la spiritualità dei Focolari. 

Lui stesso ammette: «Nel cuore di quegli anni tenebrosi, l’incontro con il Movimento dei Focolari è stato per me di grande luce. […] Ho capito che vi è un solo passaggio: il cammino della Croce. […] Una situazione del tutto disperata non è mai la fine di tutto, ma è solo una discesa abissale tra le ombre della morte che conduce alla risurrezione». Quindi, per lui non c’è spazio per il disfattismo o per il pessimismo, ma va conservata fino alla fine la fede nel Padre. Riposa nella sua Cattedrale, all’interno di quelle mura gotiche che per due decenni hanno sentito risuonare la sua voce e il suo messaggio che ora diventa un impegno per coloro che lo seguiranno. Le testimonianze della gente, accorsa per accompagnalo da questo mondo al Padre, parlano di riconciliazione e di pace. Credenti e non credenti, cristiani di tutte le chiese, popoli di diverse provenienze e che nella storia si consideravano “nemici”, ora avvertono in lui un leader che ha saputo riconciliare; un Padre deciso, ma tanto buono che ha costruito fratellanza e unità con tutti. Al termine della lunga cerimonia il palazzo bianco della Curia del Cardinale, si è aperto ai numerosi invitati che hanno condiviso un fraterno rinfresco, occasione unica per scambiare un saluto e raccontarsi qualche aneddoto personale che metteva ulteriormente in luce con questa straordinaria figura di uomo e di pastore.


Un’eco che continua
Le numerose iniziative in ambito pastorale, ecumenico e politico, sicuramente continueranno anche in seguito ed avranno ulteriori sviluppi. La sera stessa del suo funerale nel Focolare femminile di Praga in località di Vinoř, una decina di persone del Movimento dei Focolari si è trovata con il vescovo luterano Christian Krause, Landes Bischof I. R. von Brandenburg per una cena fraterna. Il vescovo C. Krause, Presidente delle chiese luterane, è di ampie vedute mondiali ed era molto amico del cardinale. Fu grazie alla loro collaborazione che molte barriere ecumeniche sono crollate. Interessante è apparsa la convinzione netta di questo vescovo luterano che avverte un reale spostamento d’asse dell’ecumenismo, non più orientato verso il nord Europa, ma verso Roma, «Perché – ha detto – le migliori attese per il futuro si stanno concentrando lì».
Il giorno dopo, nella parrocchia di Vinoř, accolti dal Parroco Mgr. Vít Horák, fu lo stesso Vescovo emerito Mons. František Radkoský, a presiedere l’eucaristia parrocchiale circondato da 6 sacerdoti, 4 focolarini e 2 religiosi, con tutta la comunità dell’Opera di Maria accorsa a Praga per l’occasione del funerale. Con quei parrocchiani fu ricordata questa indimenticabile figura di parroco, di padre, di vescovo e di primate «che ha saputo – così è stato detto – tenere salda la sua fedeltà in Cristo. Proprio come ha fatto il ceco guarito da Gesù, che nonostante l’opposizione degli scribi e farisei e lo hanno perfino estromesso dalla sinagoga, rimase tuttavia convinto della sua fede e s’inginocchiò di fonte a Gesù quando ha saputo che era lui il Figlio dell’uomo che lo aveva guarito» (cf. Gv 9,34).


Sia nelle piccole celebrazioni, come quest’ultima, che nelle grandi, come quella tenuta in cattedrale, ma anche sui giornali esposti nelle edicole, nei bar, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, la persona dell’amico e pastore Miloslav Vlk era presente e tutti ne parlavano con entusiasmo. Onorificenze statali, riconoscimenti prestigiosi, cinque dottorati Honoris Causa, otto cittadinanze onorarie ed altri numerosi premi, non lo hanno mai allontanato dal Popolo di Dio, che ha sempre servito con grande passione. Questa è quell’onda lunga provocata da figure come questa che hanno amato la gente e si sono pienamente inserite nei loro problemi e nelle loro criticità sociali. (Mariano Steffan)