martedì 14 aprile 2020

Padre Ermanno Rossi, domenicano 

Religioso dell'Ordine dei Predicatori che ha scelto di nulla chiedere e nulla rifiutare


Padre Ermanno (Giuseppe) Rossi nacque a Nocera Inferiore il 28 aprile 1924, in una famiglia cattolica praticante con cinque figli. Nella sua infanzia gli piaceva fare il chierichetto nel monastero di suore domenicane del suo paese. Così sbocciò la vocazione alla vita domenicana e all’età di 11 anni lasciò la famiglia per iniziare il cammino di formazione alla vita consacrata. Parlando di questo periodo lui racconta: «Mi domando e forse vi domanderete: come ho potuto resistere così a lungo, giorno dopo giorno, e non ho chiesto di ritornare a casa dove c’era la mamma che mi amava e poteva accudirmi? Una cosa è certa: nessuno mi ha costretto e avevo una corrispondenza regolare col babbo e con la sorella maggiore. Sono convinto che ho avuto la chiamata di Dio fin dal seno materno. D’altronde, non ricordo un episodio che mi abbia orientato a questa vocazione; me la sono trovata dentro».

Dopo aver terminato gli studi ed esser stato ordinato sacerdote (1949) veniva mandato ad Arezzo come incaricato dei giovani aspiranti alla vita domenicana. Lì ricevette nel 1950 una lettera da un suo confratello, p. Tovini, che era stato formatore suo e di p. Valentino Ferrari. Racconta p. Ermanno: «Nella lettera ci narrava di una conferenza che Graziella De Luca aveva fatto al Terz’Ordine domenicano di Pistoia di cui era direttore spirituale. Graziella aveva raccontato la piccola/grande storia dell’Ideale. P. Tovini ne era rimasto entusiasta; per questo scrisse a me e a p. Valentino.

«P. Valentino – vivendo a Roma – si mise immediatamente in contatto con Chiara. Io raggiunsi Roma solo nell’estate. Ero di passaggio per andare a casa. P. Valentino mi mise immediatamente in contatto con Graziella, che allora era nel focolare di Via XXI Aprile. Ricordo ancora il viaggio in bus, per recarci al suo focolare. Con la mano attaccata al sostegno, mi raccontò le sue indagini su Chiara e le sue prime compagne. Aveva percepito che erano persone di Dio. Quando eravamo ancora a Firenze, infatti, il giovanissimo Valentino, aveva avuto delle intuizioni su una spiritualità di comunione e me ne parlava. Io ne ero affascinato; ma poi si era tutto arenato perché non conoscevamo la chiave per attuarla (Gesù Abbandonato).

Quando bussammo alla porta del focolare di Graziella ci venne ad aprire Vale Ronchetti, allora giovanissima. Sia p. Valentino che io, rimanemmo colpiti dalla luce che emanava dal suo volto. Ci introdusse nel salottino e disparve. Venne Graziella e mi parlò; naturalmente era presente anche p. Valentino.
Mi affascinò subito: avevo sentito Dio e questo mi bastava. Feci solo una domanda: “Ora che siete in vita voi, va tutto bene; ma quando la prima generazione sarà passata, avverrà inevitabilmente il declino, com’è capitato a tutte le fondazioni”. Graziella mi rispose: “No! Finché ci sarà Gesù in mezzo, questo non avverrà”».

Così p. Ermanno rimase in contatto insieme ai primi religiosi che conobbero l’Ideale dell’unità a Roma dove fu trasferito nel 1955. Veniva coltivato in modo particolare da Natalia Dallapiccola per incarico diretto di Chiara: «Mi parlò – per la prima volta! – di Gesù Abbandonato. Io bevevo come un spugna e lei era contenta».
Dopo la fondazione di Loppiano fu chiamato lì da don Foresi come professore di morale. P. Ermanno viveva con p. Michel Lemonnier in una casetta prefabbricata chiamata la “Eolina”. Gli studenti di allora lo ricordano ancora con riconoscenza.  

Qualche anno più tardi p. Andrea Balbo (Novo) e p. Ermanno si recarono al Centro Mariapoli di Rocca di Papa (Roma) per parlare con Chiara. Racconta p. Ermanno: «Io ero rimasto libero dall’insegnamento della morale a Loppiano. Bisognava capire che cosa dovevo fare. Novo andò da Chiara da solo; io lo aspettai davanti alla cappella del Centro. In quel momento, Chiara ebbe l’ispirazione di affidarci il suo studio nella sede del Centro Uno, in Piazza Tor Sanguigna, perché diventasse Segreteria del Movimento dei Religiosi. Io sarei stato il primo segretario. Al termine del colloquio Chiara disse a p. Novo: “Questa è stata la grazia più grande che ha avuto il movimento dei religiosi”. Da lì, infatti, è nata tanta vita. Lì io ho avuto la grazia di vivere per quattro anni accanto a Foco». È stato anche l’inizio di tanti viaggi che p. Ermanno fece per accompagnare e formare i religiosi che nei vari paesi dell’Europa avevano conosciuto l’Ideale.

In tutti questi anni p. Ermanno è rimasto sempre inserito in una comunità del suo Ordine, spesso come superiore: Pistoia, Firenze (S. Maria Novella), Arezzo, Teramo, Perugia, Roma (Prati), Roma (S. Maria sopra Minerva). Nell’ultimo convento ha potuto assistere p. Valentino Ferrari nell’ultima malattia e morte.

In occasione del suo 90mo compleanno aveva scritto: «Le vicende della mia vita sono state tante! Ricordo soltanto una convinzione interiore che mi ha guidato in tutte le scelte: “Nulla chiedere e nulla rifiutare”. Ciò significava per me: valutare bene il compito che mi veniva affidato, metterci tutte le forze con la certezza che al resto ci avrebbe pensato Dio. Per questo motivo, non ho mai chiesto nulla né rifiutato nulla, qualunque compito mi venisse richiesto, anche se è stato quasi sempre contrario al mio sentire. Giunto a questa età posso, però, assicurare che è valsa la pena fidarsi di Dio. D’altra parte, il progetto della nostra vita è nelle sue mani ed è un capolavoro di amore: sarebbe una pazzia rifiutarlo. Assieme alle difficoltà ho avuto delle grazie straordinarie. Tra queste ha un posto di tutto rilievo l’incontro con Chiara Lubich e con il suo Movimento. Questo incontro è stato il faro della mia vita: vi ho trovato, in maniera nuova Dio e una luce che dava unità a tutto. Per tutto questo intendo dar pubblicamente gloria a Dio ed esprimergli il mio ringraziamento».

Nel 2017 la salute di p. Ermanno richiedeva una cura speciale per cui fu trasferito all’infermeria dei domenicani a Fiesole. Era contento di essere vicino a Loppiano come membro esterno della scuola Claritas dei Religiosi dell'Opera di Maria. Nella settimana santa del 2020 ha avuto un crollo di salute dovuto all’età (95 anni) e il 13 aprile, lunedì dell’Angelo, ha spiccato il volo per il Cielo. 

Tante persone lo ringraziano per essere stato strumento della verità dell’Amore che lui ha vissuto e comunicato con impegno e generosità.