venerdì 24 novembre 2017

Preghiera e dialogo richiedono profondità d’animo

Roma, 23 novembre 2017.

INSIEME PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO

L’iniziativa di questo corso accademico parte dai francescani (IFS – Istituto Francescano di Spiritualità), ma s’incontra subito con i focolarini (IUS – Istituto Universitario Sophia) e INSIEME collaborano. Emergono inaspettatamente i percorsi che tracciano una cultura più vitale, concreta e attinente alla vita; una cultura che fa storia. L’iniziativa dell’IFS che si è focalizzata sul tema della preghiera nelle religioni, è per lo IUS un invito a nozze, avendo già nel suo programma accademico dei corsi sull’argomento, frequentati anche da studenti di altre religioni.


L
Mons. Luigi Padovese, vescovo
'Istituto Francescano di Spiritualità (IFS) della Pontificia Università Antonianum di Roma, dopo la barbara uccisione di mons. Luigi Padovese avvenuta in Turchia nel 2011, ha istituito a suo nome una Cattedra di Spiritualità e di Dialogo Interreligioso. Per tanti anni Mons L. Padovese ha servito l’Istituto di Spiritualità prima di essere nominato vescovo, ed era doveroso tener viva la sua memoria con questa cattedra. Quest’anno, infatti, questa Cattedra offe una serie di conferenze sulla preghiera nelle religioni (Islam, Ebraismo, Induismo). Ma la novità è che la programmazione del corso è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto Universitario Sophia (IUS) che ha sede a Loppiano (Firenze). Per questo motivo, come moderatore è stato scelto il prof. P. Theo Jansen, docente in entrambi gli istituti accademici.

Professori: Paolo Frizzi, Theo Jansen, Roberto Catalano
In apertura del corso, giovedì 23 novembre due docenti allo IUS, Roberto Catalano e Paolo Frizzi, hanno esposto un qualificato contributo sull’aspetto della preghiera, ma anche sul ruolo che hanno i movimenti ecclesiali nel dialogo interreligioso. I cento studenti convenuti le hanno ascoltate con grande interesse intervenendo anche con domande ben pertinenti, come: “Cosa si fa se un credente di una di queste religioni vuole passare al cristianesimo; il dialogo non diventa proselitismo?”. Questi due professori, che tengono questi corsi, hanno onestamente parlato delle difficoltà, ma anche, sulla base della loro esperienza, hanno delineato i tratti salienti che hanno portato al rispetto dell’altro e quell’interrogativo di fondo che, in ambito religioso, richiede ad ognuno coerenza e profondità.

 
Il preside dell’IFS, fr. Luca Bianchi ofmcap, si è dimostrato particolarmente soddisfatto perché è stato ampiamente dimostrato che alla base di qualsiasi dialogo interreligioso occorre una dimensione vitale radicata in una spiritualità. Solo così si potrà passare ad un dialogo di livello culturale e accademico.

In questo primo incontro si è verificato l’auspicio che il prof. Piero Coda, preside dello IUS, aveva espresso nel suo messaggio per questa occasione: “In felice sinergia tra le nostre due istituzioni accademiche possiamo offrire un contributo piccolo, ma sincero, alla costruzione di quella cultura dell’incontro, animata dalla mistica del dilatare la nostra interiorità e del camminare insieme in adesione alla volontà di amore e di pace di Dio, cui ci sollecita il magistero di gesti e parole di Papa Francesco”.
Theo Jansen e Mariano Steffan
Per informazioni: www.antonianum.eu

martedì 21 novembre 2017

I giovani consacrati sono attratti dal Sinodo sui giovani

Roma (Alphonsianum),12 novembre 2017.

Anche la Vita consacrata

è chiamata a riflettere

sul Sinodo dei giovani


Nell’aula magna dell’Università alfonsiama consacrate e religiosi studenti delle diverse facoltà pontifice s’incontrano per conoscere e riflettere sul tema dei giovani: Fede e discernimento vocazionale. Il loro interesse si è concluso con un reale coinvolgimento. L’invito a ritrovarsi era partito da un gruppo di giovani religiosi che s’incontrano regolarmente, e vi ha aderito un folto gruppo di giovani studenti (ragazze e ragazzi consacrati) che studiano a Roma nel diversi Collegi romani.

P. Donato e Matilde
È stata una sorpresa anche per gli organizzatori che non si aspettavano di trovarsi davanti ad una sala dell’Università alfonsiana dove ordinariamente si svolgono la difesa delle tesi di dottorato, completamente gremita di giovani religiosi dei diversi paesi che attualmente studiano nel collegi romani. All’appuntamento suore e religiosi venivano in gruppo ed è stato un fenomeno sorprendente. La sala prevista in antecedenza non poteva contenerli e al momento del Break le vettovaglie erano insufficienti, ma ogni carenza e insufficienza è stata supplita dalla generosità della casa ospitante, cambiando immediatamente sala e ricorrendo alle provviste di chi vi alloggia.

Una breve panoramica dei giovani pervenuti ha rivelato che non erano italiani: quindi una internazionalità ben rappresentata, mentre l’Italia era presente, si e no, per il 7%. Oltre ai paesi di provenienza, anche le famiglie religiose rappresentate erano numerose. Roma offre questa pluralità così multiforme, ma prima d’ora non si sapeva come raggiungerli tutti.

 
Dietro a questa numerosa partecipazione c’è anche qualcosa di misterioso. «Da mesi – ha affermato p. Donato Cauzzo camilliano – pregavo per la buona riuscita di questo incontro ed è per me misterioso che dopo tanto lavoro a volte arrivano solo una quindicina di persone, mentre, invece, lavorando poco, ne arrivino tante».

Infatti, gli organizzatori sono rimasti scoccati e per loro era strano veder arrivare un gruppo così numeroso di giovani, venuti a conoscenza di questo incontro per vie impensate e a noi sconosciute, certamente diverse da quelle che normalmente si conoscono. Dio chiama in modo imprevisto e a noi spetta di tenere con gli occhi aperti per accoglierli tutti, specialmente se ci si trova di fronte all’imprevisto.
Il programma in generale si è svolto così: all’inizio è stata presentata brevemente un’esperienza di comunione di giovani consacrate e religiosi dei diversi carismi), chiedendo a Matilde dell’Italia e a
Daniel del Kenia di comunicare la loro esperienza e dire come sono arrivati a concretizzare la loro scelta di Dio e come l’Opera di Maria – Movimento dei Focolari li ha aiutati in questo. Il 90% di questi giovani non conoscevano il Movimento dei Focolari e le diverse iniziative che svolge. Solo dopo è avvenuta la presentazione di tutti in sala, ed infine la presentazione del Sinodo qui esposta.
Decisivo è stato l’argomento proposto dai vescovi sul Sinodo che ha attirato i Giovani: Fede e discernimento vocazionale. Nelle comunità religiose, ordinariamente non si parla di questo, perché si pensa che l’argomento non li riguardi e impegnerà i vescovi nel corso del loro Sinodo. I giovani, invece, hanno dimostrato interesse.

Sua Em. Card. Lorenzo Baldisseri
A esporre l’argomento era stata invitata Federica Vivian, la segretaria del cardinal Lorenzo Baldisseri, incaricato a presiedere la segreteria dei Vescovi per il Sinodo. La sua preparazione e competenza si sono rivelate inequivocabili, anche perché alle spalle ci sono anni di esperienza sui sinodi. Essa ha accolto l’invito, cosicché attraverso foto e filmati ha entusiasmato questi giovani religiosi su una realtà di cui erano ignari. Inoltre, a Rome vive Leticia, una ragazza brasiliana del Movimento Gen dei Focolari, esperta di mass-media. Lei è stata contattata e coinvolta da Federica Vivian per comunicare con i giovani attraverso i social. La sua presenza è stata per tutti una dimostrazione pratica e molto bella su come possono essere coinvolti i giovani in questa iniziativa ecclesiale.
Per tutti, poi, anche per i più esperti, è stato un vero aggiornamento ecclesiale. Lo dimostra il fatto che nel dialogo successivo qualcuno chiedeva come poter esserne coinvolti. Gli è stato suggerito con molta semplicità di scrivere al Cardinale per rendersi disponibile ed essere coinvolto nella preparazione e svolgimento del Sinodo. Quindi fu consegnato a lui e ad altri l’indirizzo per un primo contatto con la segreteria del Cardinale.

Quest’esperienza – è stato detto – non è una iniziativa sporadica, ma dietro c’è un continuità. A questo punto gli organizzatori hanno parlato delle iniziative che si tengono durate le vacanze natalizie e pasquali, informando che, chi è interessato, può lasciare i suoi riferimenti per essere poi contattato per tempo. L’incontro, iniziato con l’accoglienza intorno alle ore 15,00-15,30, è terminato, come previsto, intorno alle ore 18, …e di esso continuano ancora le risonanze positive.
In conclusione, si può ben dire che i giovani di oggi non amano più stare chiusi nelle loro case, ma amano stare insieme per conoscersi e sono attirati dal rapporto con gli altri e dalla reciproca comunione, ma soprattutto sono sensibili ai valori condivisi. E in questo il carisma dell’Unità dato da Dio a Chiara Lubich può essere di aiuto, perché è una opportunità ed ha una marcia in più. Quindi, non si deve esitare nel proporlo, basta avere come ampio obiettivo il bene della Chiesa.

Incontro dei Religiosi coinvolti nella Scuola Abbà

Albano Laziale, 18 novembre 2017.

Cultura, studio, spiritualità alla ricerca di incarnazione


Padre Salvo D'Orto
Un gruppo di dieci religiosi impegnati in diversi ambiti culturali ed esperienziali che a vario titolo partecipano alla Scuola Abbà, hanno accolto l’invito di p. Salvo D’Orto, OMI responsabile della diramazione dei Religiosi dell’Opera di Maria, e si sono incontrati per comunicarsi le loro esperienze che da anni stanno facendo, sia direttamente che a margine, con coloro – sono circa 500 persone da tutto il mondo – che  stanno approfondendo i molteplici aspetti valoriali intuiti da Chiara Lubich nell’estate del 1949. Le competenze di questi religiosi spaziano in diverse discipline: teologia spirituale (Theo Jansen, Paolo Monaco, Jesé Damian), teologia dogmatica (Carlos Garcia Andrade), filosofia (Gennaro Cicchese), teologia morale (Amedeo Ferrari), teologia pastorale ed ecclesiologia (Mariano Steffan), psicologia e pedagogia (Alessandro Partini), ecumenismo (Paolo Cocco).



Un momento dell'incontro con 5 religiosi ad Abano Laziale
e gli altri 4 nelle loro comunità.
Nell'idea iniziale questo incontro si proponeva di camminare insieme come Branca dei Religiosi, cioè essere una realtà unita e coesa soprattutto nei confronti di tutta l’Opera di Maria. In seguito questa idea si è rafforzata perché le sollecitazioni da parte dell’Opera di Maria erano ancora più esplicite. Infatti, i vari incontri che Jesús Morán ha avuto con il Centro dei Religiosi e negli incontri estivi di approfondimento sul “Paradiso ‘49” e di programmazione della diramazione dei Religiosi dell’Opera, lo confermano. In una di queste occasioni Jesús ha affermato che i religiosi nel confronti dell’Opera hanno la funzione di accompagnamento e di sostegno, proprio come l’ebbe P. Novo nei confronti di Chiara Lubich. Ora, si vede opportuno che tutto questo non venga fatto a titolo personale, ma come una realtà che si esprime nell'unità, proprio come espressione del Corpo Mistico che, come avvenne per Chiara L. e P. Novo, dà il suo piccolo apporto per costruire la Chiesa. E’ certo, comunque, che quella unità esplicita tra di noi, basata sul “patto” come Chiara l’intende, costituisce una base a dimensione ecclesiale, e per questo sostiene tutta l’Opera di Maria. 
Il secondo tema sulla fedeltà creativa che quest’anno Jesús M. ha tenuto, dove si parla di incarnazione e delle prove che l’Opera stessa sta affrontando, chiede anche a questi religiosi, chiamati a far parte di questo gruppo di lavoro per quelle specifiche competenze ed esperienze di vita che ognuno ha, è una risorsa da valorizzare al meglio per tutti. Il motivo fondamentale di questo incontro, quindi, è quello di fare un piccolo passo di unità con questo gruppo, ma anche con tutti i religiosi della diramazione dell’Opera di Maria. E’ un primo momento che potrebbe aiutare ciascuno ad arricchire il proprio gruppo, ma qui lo scambio permette di guardare anche più in là, cioè, potrebbe gettare luce sul Movimento della Vita Consacrata e sui giovani religiosi, realtà che stanno emergendo in modo preponderante oggi.
Dopo un primo scambio, dal gruppo emerge quale sia la tappa d’arrivo di ciascuno, ma è stata anche accolta con soddisfazione le proposta di poter fare un percorso insieme, prendendo coscienza di quanto sta avvenendo anche aldilà del lavoro personale e prezioso di ciascuno.
Successivamente è stato ascoltato un intervento di Chiara Lubich sulla Chiesa tenuto l'8 agosto 1966. Tutti sono rimasti colpiti, anche se per alcuni era già conosciuto, nel vedere come Chiara ha parlato della Passione per la Chiesa fin dall’inizio del Movimento dei Focolari di cui lei è la fondatrice. Per qualcuno dei presenti questo argomento è stato determinante per la sua vita, tanto da coinvolgerlo nell’Opera di Maria. A distanza di anni oggi questo testo rivela una profonda consonanza con ciò che la Chiesa s’attende oggi, perché aiuta ad attivare tutto ciò che questo in pratica comporta. Certamente qui si vede come far venire fuori “LA” teologia che s’attende Chiara stessa, e aiuta l’Opera ad essere umile e ad accogliere anche gli altri carismi senza guardare al proprio con autoreferenzialità, siano essi carismi antichi o nuovi, e cioè senza nessuna superiorità nei confronti di alcuno. Questo permette di capire meglio i doni che Dio ci ha dato. Chiara ritiene che la Chiesa non è altro che quella Città Nuova di cui si parla tanto nell’Opera di Maria. Inoltre, molte realtà fragili e a volte sbagliate che s’incontrano nelle famiglie religiose, vanno assunte e fatte proprie. Questa passione per la Chiesa è veramente una chiave di lettura molto interessante per rispondere concretamente alle attese.
L’ultima parte di questo incontro ha aperto una ampia panoramica sugli ambiti di studio e lavoro: iniziative, pubblicazioni, ricerca, risultati ottenuti e donati… Infine, p. Alessandro Partini, che  è l’unico coinvolto direttamente nella Scuola Abbà, riconosce che, per andare in profondità, si richiede la padronanza di tutto il testo del Paradiso ’49 che attualmente non è nelle mani di tutti. Tuttavia, lui avverte già tutta la potenzialità di questa Scuola ristretta, che alle spalle può contare sull’apporto di diversi gruppi che la amplificano e dove operano non solo le ricerche interdisciplinari, ma anche le “inondazioni” che incidono nella cultura dei diversi ambiti sociali.


L’incontro si conclude con delle indicazioni concrete che confermano, potenziandole, delle iniziative in atto, come il corso “Svegliate il Mondo” che già da due anni si tiene alla Claritas di Loppiano (Firenze). Qui infatti, altri religiosi sono impegnati nell’insegnamento. Conoscendo tutte queste realtà vene in luce la possibilità di riflettere su ben altre proposte che potrebbero essere creative ed interessanti. Si parla, ad esempio, di un corso che si tiene e Roma all’Università Antonianum in collaborazione con l’Università Sophia di Loppiano. Poi, dell’incontro di circa cento giovani religiosi avvenuto di recente all’Università alfonsiana. Quest'ultimo ed altri incontri potrebbero entrare in un progetto più ampio che sta maturando e che riguarda i “Collegi Romani”. Nell’Opera stessa sta emergendo da parte dei giovani dell’Opera una visione nuova che coinvolge anche le consacrate e i religiosi. 
S'intravvedono, poi, ulteriori visioni sul “Movimento dei Religiosi”. Nel mese di aprile 2018, per la prima volta le consacrate e i religiosi hanno programmato un convegno insieme con la finalità di essere ‘lievito’ per tutta la Chiesa. Un convegno simile è già avvenuto nel Triveneto, nell’ottobre scorso, e ha raccolto l’entusiastico consenso dell'Episcopato di quelle regioni. L’ecumenismo stesso sta scoprendo cose nuove, grazie anche alle lezioni universitarie tenute dal Paolo Cocco. Sempre di più si prospettano delle collaborazioni più strette tra le consacrate e i religiosi. Su tutto ci si attende sviluppi ulteriori. 

domenica 5 novembre 2017

Nel Nord-Est d’Italia un convegno sull’onda lunga dell’Anno della Vita Consacrata

Mestre-Venezia, Istituto Salesiano “San Marco” – 21 ottobre 2017

Les disciples Pierre et Jean courant au sépulcre
le matin de la Résurrection
, 1898,
olio su tela, 82×134 cm, Museo d'Orsay, Parigi.

Convegno CISM – USMI del Triveneto 

Correvano insieme...

Il convegno delle due conferenze USMI e CISM del triveneto per la Vita Consacrata, nasce soprattutto dai giovani religiosi che, ritornati entusiasti dal convegno tenuto a Roma nel Anno della Vita Consacrata, hanno voluto ripeterlo in zona, abbracciando tutti i religiosi del Triveneto, giovani e meno giovani. In questa iniziativa il loro coinvolgimento e la loro partecipazione attiva era più che evidente. Una formula vincente, è stato detto, che ha dato entusiasmo anche agli adulti e ai più anziani, e che ha saputo ben coniugare e unire ogni divario generazionale, perché - partendo dalla espressione evangelica che vede i due apostoli, Giovanni e Pietro, correre al sepolcro - hanno colto l’importanza del sapersi aspettare, di rispettare i ritmi richiesti per camminare, anzi, per correre insieme.


La prima cosa che colpiva nella sala gremita era la gigantesca foto del dipinto di Eugéne Burnand del 1898. Rappresenta Pietro e Giovanni che hanno negli occhi l’alba della Risurrezione. “Correvano insieme...” dice il Vangelo (Gv 20,4), ma il più giovane arrivò per primo al sepolcro vuoto e attese il più anziano. “I giovani corrono di più, ma i vecchi conoscono la strada” recita un proverbio africano. 
Questa era l’icona della giornata per gli 800 religiose/i che gioiosamente sono convenuti a Mestre il 21 ottobre presso l’Istituto Salesiano per il consueto convegno “biennale” organizzato dalle Conferenze dei Religiosi/e (Cism e Usmi) del Triveneto attorno al Vescovo delegato per la Vita Consacrata, Mons Gianfranco Agostino Gardin.
Il tema è stato suggerito dai giovani consacrati/e in formazione che avevano partecipato a Roma al Laboratorio loro riservato durante l’Anno della Vita Consacrata. Dopo l’incontro con papa Francesco erano rientrati entusiasti e desiderosi di partecipare alla generazione precedente quanto sperimentato assieme a speranze e timori per il futuro. I Consigli Regionali CISM USMI hanno accolto questo loro desiderio e hanno organizzato l’evento assieme a loro, in particolare alle Segreterie dei giovani religiosi di Verona e Treviso. La commissione preparatoria era così composta da religiosi sia giovani che adulti

Due giovani, don Michele e suor Francesca, hanno fatto da presentatori del convegno, il presidente Cism, don Roberto Dal Molin e la vicepresidente Usmi, sr. Dolores Maccari, hanno porto il saluto iniziale, il Patriarca di Venezia ha voluto rendersi presente con un suo messaggio che è stato letto all’assemblea.
Il Convegno era idealmente articolato in quattro momenti. La Parola di Dio annunciata (il brano di Vangelo di Giovanni 20,1-18) veniva approfondita dal relatore, poi testimoniata attraverso esperienze concrete e infine condivisa nel lavoro a gruppi.

Dopo la preghiera, sono state poste al Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (CIVCSVA), alcune domande: c’è motivo oggi per “correre” come consacrati oppure conviene starcene tranquilli e in pace; come correre senza affannarsi e perdersi in cose senza senso; si riesce a correre insieme tra consacrati di generazioni, istituti e generi diversi e infine come far sì che altri giovani “corrano” con noi?
Card João Braz de Aviz (ds) e Gianfranco Agostino Gardin (sn) 
Il Card João Braz de Aviz ha aperto l’incontro in forma narrativa e colloquiale come è nel suo stile pastorale. Avvertendo un ascolto attento e partecipato, dovuto alla vita di comunione di tanti religiosi/e presenti e passati, ha ringraziato di cuore e ha svolto il suo tema interessante e coinvolgente. Accanto al Cardinale Mons. Gianfranco Agostino Gardin, vescovo di Treviso, francescano, ascoltava discreto e contento.
 Prendendo spunto dal documento del Dicastero CIVCSVA “Per vino nuovo otri nuovi”, il Cardinale ha parlato della necessità di una nuova spiritualità che punta alla santità e che è comunionale; di una nuova memoria dei fondatori capace di custodire l’essenziale e di liberarsi delle incrostazioni della storia; di un nuovo dialogo con la cultura che evita chiusure autoreferenziali e apre ad un dialogo coraggioso; di una nuova formazione che deve essere dinamica e durare tutta la vita; di una nuova autorità e obbedienza che valorizza le persone e le responsabilizza; di una nuova economia  che non conta su sicurezze solo umane ma che vive fidandosi della Provvidenza; di una nuova reciprocità tra maschile e femminile che valorizzi le specificità e la complementarietà.


Sono seguite poi sei testimonianze di vita consacrata a Dio e ai fratelli raccolte dalla vita reale, presente nelle comunità del Triveneto oggi. Le testimonianze hanno cercato di rifarsi a cinque parole tratte dal discorso di papa Francesco ai giovani religiosi durante il Giubileo della Vita Consacrata. Profezia, ossia la convinzione della vita fraterna e la comunione tra carismi diversi (Segreteria dei giovani religiosi/se della diocesi di Verona); Adorazione: 
l’imprescindibilità della preghiera e dell’unione con Dio ( Oblate Sacerdotali–Serve di Maria del monastero di clausura di Verona, attraverso un video); Vicinanza, mediante la scelta di “stare in mezzo” con la forza del Vangelo, esperienza delle Discepole del Vangelo di Treviso; Passione: la missione di uscire verso i poveri, realizzata dal Centro Missionario Diocesano di Vicenza con don Luciano Bertelli pssg, p. Luciano Bicego sx, Suor Bertilla Zampieri, Suore di S. Anna, Federico Cozza, giovane laico; Discernimento, ossia generare e accompagnare i giovani nelle scelte di vita: hanno testimoniato le postulanti delle Suore Maestre di Santa Dorotea di Vicenza e la Comunità Proposta dei Salesiani di Mogliano.
Dopo le testimonianze è seguito il pranzo. All’ora stabilita, in ordine e rapidamente tutti si sono diretti ai gruppi (27) guidati da un coordinatore con una traccia già predisposta. Nei gruppi si è creato un grande ascolto, una grande comunione, un lavoro proficuo... Il tema del prossimo Sinodo sui giovani e il discernimento spirituale è stato come il filo rosso della comunione. La vita consacrata deve offrire al mondo giovanile la profezia della radicalità della vita del Vangelo e attrarre alla sequela di Gesù tanti giovani che cercano l’incontro con Lui vivo oggi.
Nell’ultima ora del Convegno sono state poste al Cardinale João delle domande a cui egli ha risposto con grande semplicità e profondità mettendo in gioco la sua esperienza di vita di comunione. Le sue espressioni e la sua testimonianza, nello stile di Papa Francesco, colpiscono profondamente e comunicano una grande gioia, visibile sul volto di tutti i partecipanti e insieme tanta speranza. Qualcuno afferma di essere stato preso da commozione. La convinzione è che la presenza del Cardinale João così semplice e profondo, della semplicità e profondità di Dio, e del Vescovo di Treviso, ci hanno portato a fare una forte esperienza di Dio e una forte esperienza di Chiesa, di quella "Chiesa" che Gesù ha chiesto al Padre.

Intanto sullo schermo vengono proiettate parole chiave emerse dai lavori di gruppo, da quelle più ripetute presentate in caratteri grandi alle altre, e che sono il messaggio che si vuole trasmettere: Comunione. Ascolto. Fraternità. Passione. Gratitudine. Bellezza. Speranza. Coraggio. Unità. Insieme. Umanità. Com-passione. Rigenerazione. Squadra. Vicinanza. Essenzialità. Opportunità. Incoraggiamento. Luce. Convivialità.
La presenza inoltre di tanti Vicari episcopali, Madri Generali e Superiori e Superiore ha dato valore alla convocazione e ha offerto dei presupposti per ulteriori sviluppi.  
Un religioso ha detto: “il Convegno ci ha dato speranza e prospettiva per il futuro, ha consegnato uno stile con cui è possibile convocarci: tutto frutto di una comunione vissuta e soprattutto della Grazia del Signore presente, vivo in mezzo a noi”.
Una religiosa ha scritto: “Sono rimasta particolarmente colpita dall’impostazione nuova che ha caratterizzato il Convegno. Vorrei dire che ho visto un tentativo, a mio parere, ben riuscito di “mettere vino nuovo in otri vecchi”.

Il tema molto indovinato e sviluppato con vivace perspicacia dal Card. João Braz de Aviz e dalle diverse testimonianze ha fatto scorgere il germe di “vita nuova” che chiede di avere spazio per crescere e germogliare in fraternità vere, rispettose della diversità, dei tempi di crescita di ciascuna persona, capaci di misericordia e di perdono, capaci di “camminare insieme” senza paura del cambiamento….. ormai non più demandabile.

d. Gianni Pellini sdb  e sr. Paola Cover stfe
Segretari Cism e Usmi