giovedì 29 dicembre 2016

Giovani consacrate e consacrati a Loppiano (I)

Gesù crocifisso e risorto via alla comunione con Dio e fra noi

Corso di formazione spirituale


Premessa

Dopo una bella esperienza d’incontro con giovani religiosi alla “Casa del lago” di Castelgandolfo in aprile, il Centro dei Religiosi, attraverso il suo incaricato p. Donato Cauzzo Camilliano, ha programmato un altro incontro dopo Natale dal 28 al 30 dicembre. La risposta di adesione a questo incontro si è fatta attendere, ma alla fine vi hanno aderito 31 persone. È stato sicuramente un altro passo sulla strada della crescente comunione fra i consacrati.
Un programma coinvolgente, non solo per le consacrate e i religiosi partecipanti, ma anche per i residenti di Loppiano. Ecco cosa ci scrivono dopo aver trascorso questo primo giorno:

Dalla loro e-mail

Siamo contenti di come si è avviato il nostro incontro e ci aspettiamo che nei prossimi giorni l'unità cresca sempre di più.
Siamo circa 31 religiosi e religiose di diversi istituti e diversi paesi tra i quali Messico, Ecuador, Italia, Korea, Filippine, diversi paesi dell'Africa… Fin da quando siamo arrivati si è creato tra di noi un bel clima di spontanea condivisione.
Come da programma, il nostro primo appuntamento prevedeva un momento di preghiera fatta insieme nelle diverse case che ci ospitano. Poi, subito in sala dove, presentandoci, ci siamo maggiormente conosciuti tra di noi e abbiamo ascoltato alcuni video messaggi di altri giovani religiosi uniti a noi, che non potevano essere presenti.
Successivamente, abbiamo cercato di conoscere la città di Loppiano che ci ospita, invitando alcune focolarine e una famiglia che ci hanno raccontato come testimoniano l’amore di Dio vivendo qui. È stato per noi interessante, perché nei momenti di condivisione di gruppo molti hanno detto di essere stati colpiti da queste esperienze, specialmente da quella raccontata dalla famiglia.
Nel pomeriggio ci siamo introdotti nella spiritualità di comunione e abbiamo colto l'importanza che essa ha oggi per la Chiesa, e quanta importanza le attribuisce. Nelle esperienze dei religiosi della Claritas e della consacrate di Casa Emmaus abbiamo visto come in concreto questa spiritualità può essere vissuta.
Ogni momento della giornata è stato vissuto in un clima di famiglia, accentuando il fatto che non siamo qui tanto per imparare dei contenuti teorici, ma per fare prima di tutto un’esperienza di comunione. Per cui ogni momento, nel gruppo, nelle pause, nelle passeggiate e nei pasti, è un’occasione per parlarci e condividere la nostra vita.
Non ci sentiamo legati nemmeno al programma stesso, ma, con elasticità, siamo pronti ad ascoltare le richieste di tutti e a lasciarci guidare da quello che la volontà di Dio ci suggerisce. Così, è nata, per esempio, l'esigenza di pregare insieme e non più nelle case che ci ospitano.
Vi salutiamo con gioia e in unità!

I giovani partecipnti


Svegliate il mondo

Consacrarti da Dio per l'uomo d'oggi!

"Svegliate il mondo" è il titolo del corso di qualificazione per la formazione e l’animazione in Vita consacrata.


La vita consacrata, per essere una risposta alle attese della Chiesa e dell’umanità di oggi, deve porsi in ricerca di percorsi formativi nuovi. Il Corso, che si svolge a Loppiano (Incisa Valdarno - Firenze) e iniziato in ottobre scorso e si concluderà a marzo, è residenziale ed è programmato in 6 moduli, ciascuno dei quali si svolge all’inizio della seconda settimana di ogni mese. Questi sei moduli diversi (leadership, antropologia cristiana, spiritualità di comunione, famiglie carismatiche e comunione tra i carismi, religiosi nella Chiesa in uscita, vita consacrata e dialogo a 360 gradi, l'incarnazione interiore ed esteriore dei carismi), affrontano argomenti, come si vede, molto attinenti alle tematiche della vita consacrata. Per i partecipanti questo corso dà molta soddisfazione soprattutto per utilità che ne ricavano. Il corso ha completato tre dei sei moduli previsti e qui, a mo’ di esempio, riportiamo una sintesi del secondo modulo.

Secondo Modulo: Antropologia.

Persona in relazione (prof. Gennaro Cicchese)

“È grave che ci si abitui allo scarto, bisogna preoccuparsi quando la coscienza si anestetizza e non si fa più caso al fratello accanto che soffre!”. Parole che ormai riconosciamo, potremo dire tipiche di Papa Francesco che danno l’avvio ad una riflessione sul tema dell’antropologia. Ecco la contraddizione del nostro tempo: quanto più aumenta il progresso tanto più sono coloro che non possono accedervi.
Allora è urgente promuovere una cultura che metta al centro l’uomo e la sua dignità. Il pensiero dell'antica Grecia ci ricorda il celebre motto: "conosci te stesso". Aristotele poneva l'uomo nel cosmo come animale razionale. Una affermazione opposta per un certo verso, è quella di E. Morin che con una sensibilità spiccatamente critica, lo definisce come "animale irragionevole".
L’ excursus su "chi è l'uomo?” si fa interessante quando si arriva ai filosofi del novecento Hescel, Coreth, Mounier, Herdner, Guardini, Husserl. Essi affermano che l' uomo "è il suo interrogativo", "l'uomo è un essere questionante" che cerca di darsi risposte. Purtroppo di questo essere non si riconosce il valore. Infatti si fanno avanti spinte ideologico-culturali che spingono sul versante della disumanizzazione. Bernard Show afferma: "il peggior peccato verso i simili non è odiarli ma essere indifferenti". Alcune parole possono riassumere il percorso per risalire dalla zona dell'indifferenza ricostruire il valore della persona sottolineandone la dignità e la dimensione etica: silenzio, dialogo, relazione, interiorità, comunità. Husserl affermava che il grado di sensibilità per le sofferenze degli altri è l' indice del grado di umanità da noi raggiunto.

Vita trinitaria e kenosi (Prof.sa Tiziana Longhitano)

Kenosi è il donarsi delle persone divine l’una all’altra per lasciar vivere l’altra. In Dio dare significa perdere e perdersi nell’altro per l’altro. La kenosi trinitaria indica la pienezza dell’amore di Dio che, donando se stesso, lascia spazio e dona vita all’altro. Ciò accade senza forzatura ma nella più immensa libertà, nella più integra trasparenza, e provoca un reciproco arricchimento. Donarsi in questo modo è possibile solo perché Dio è Amore-dono infinito di sé. Nell’amore divino il tutto e il nulla coincidono poiché l’essere nel donarsi non si perde, non si disperde, al contrario manifesta la sua immensità. In Dio il dono è infinito e reciproco: una ricchezza inesauribile. Ecco il ritmo  relazionale che innanzitutto si consuma all’interno della vita trinitaria e che l’umanità conosce perché rivelato in Cristo Gesù. La riflessione trinitaria è in grado di spiegare la qualità delle relazioni reciproche. Il chi sono io, rimanda necessariamente ad un tu che colloca entrambi – l’io e il tu – in un contesto relazionale di reciprocità che non ha confini. Si prospetta una specifica antropologia, una visione della persona tipicamente trinitaria.

Gesù Abbandonato (Prof. Alessandro Clemenzia)

Il grido di Gesù abbandonato (G.A.) si deve cercare di collocarlo nel contesto teologico.
Per Chiara Lubich G.A. prima di essere un contenuto teologico è stata una esperienza di fede. E per noi riparlarne non è una semplice esercizio di memoria e di ricostruzione storica ma è un exercitium fidei: riaccade ciò che evochiamo, riconosciamo che la sua vicenda esistenziale si riattualizza. Il linguaggio poi che Chiara usa per descrivere l'esperienza è di tipo descrittivo, non concettuale.
 Venendo a noi, quando ci accostiamo a Gesù abbandonato è necessario tenere presente che riviviamo l'esperienza di un incontro con chi ha gridato perché: "Dio mio...". Per capire inoltre qualsiasi fenomeno è importante capirne la prospettiva, il punto di osservazione.
Il tempo poi in cui viviamo il dolore lo possiamo interpretare come cronos (cf. gli antichi greci: per loro il tempo che scorre indipendente da noi, è da loro rappresentato come un dio-mostro che ci divora e ci frantuma). La prospettiva salvifica, presenta il tempo come kairòs, un tempo risignificato da Gesù (il tempo che dà un senso a ciò che viviamo, alla storia e al cosmo e anche allo tesso tempo).
Nella teologia cristiana non è l'archè (l'inizio) che spiega gli eventi ma è il telos (il fine) che li spiega. È l'evento pasquale la prospettiva dalla quale leggere tutto. Per Gesù il rapporto fondamentale che ha dato senso alla sua vita è stato il rapporto col Padre. Nell'evento della croce Gesù ha sperimentato la rottura della relazione e la conseguente perdita di senso. S. Tommaso addirittura afferma che quello che Gesù ha provato morendo in croce è il taedium vitae, la mancanza di senso. È questo negativo che ci fa capire chi è Dio, in Gesù c'è anche questa esperienza del non essere relazionale: il Padre ama il Figlio, che, sottraendosi e rompendo il rapporto duale, lo riama attraverso lo Spirito Santo.


Alcune risposte dei partecipanti dei quattro gruppi sulla domanda: Cosa significa “Gesù crocifisso e abbandonato” nella propria esperienza?


Aver scoperto e incontrato Gesù abbandonato nella vita ha trasformato il negativo, sia provocato dagli altri che da me,  che prima era tutto da buttare, in una risorsa. Non è un giochetto, ma un incontro da vivere. L’esperienza mi dice che non lo riconosco subito. Magari passo due o tre giorni a brontolare, a ribellarmi… a pensare che niente ha senso, che ho sbagliato tutto… Anche questo è Gesù abbandonato da abbracciare come mio sposo. Andare avanti, quando tutto è tenebra, quando è la notte, e continuare a sorridere, ad annunciare l’amore… è Gesù abbandonato! Una commedia divina!
  
(don Patrizio e sr. Vanessa)
Per ulteriori informazioni scrivere a:
Email: svegliateilmondo@gmail.com


lunedì 26 dicembre 2016

Verso un nuovo PARADIGMA del Movimento dei Religiosi

Paradigmadi riferimento per il Movimento dei Religiosi

5 agosto 2016


Nel corso della storia del Movimento dei Religiosi (MR) sono emersi alcuni elementi che, in riferimento alle sue caratteristiche e iniziative, possono comporre una sorta di “paradigma” di riferimento per i religiosi appartenenti all’Opera di Maria.



1)   Il fine specifico


L’orizzonte carismatico dentro cui è collocato il MR è lo stesso dellOpera: contribuire alla realizzazione dellUt omnes. Il MR ha infatti lo stesso fine specifico del Movimento dei Focolari così com’è espresso negli Statuti Generali all’art. 6. Questo implica che in ogni iniziativa il MR agisca sempre con tutta lOpera e che anche attraverso l’unità dei carismi, campo privilegiato dei religiosi dell’Opera, tenda al “che tutti siano uno”.

2)   I componenti del MR


Così come gli altri Movimenti a largo dellOpera hanno i loro destinatari (le famiglie per il Movimento Famiglie Nuove, i giovani per Giovani per un Mondo Unito, coloro che fanno parte delle parrocchie per il Movimento Parrocchiale e il Movimento Diocesano), anche il MR ha i suoi, ma essi non sono soltanto i religiosi, come potrebbe sembrare a prima vista, bensì quelle persone che compongono una porzione di Chiesa e umanità “coloratadai carismi.
      2.1. Ne è una prova la presenza, nel Regolamento del MR, dei laici legati ai carismi, sia all’art. 2 che all’art. 8. E lo prova anche il fatto che oggi allinterno delle famiglie religiose il ruolo dei laici “permeatidal carisma specifico diventa sempre più determinante per la comunione con le famiglie religiose e per la loro missione. Non è raro incontrare opere, che prima erano seguite da religiosi, affidate a laici di Terzordini, Associazioni o Movimenti nati dal carisma dello stesso fondatore. Papa Francesco nella lettera di apertura dell’Anno della Vita Consacrata ha espresso questa realtà utilizzando il termine “Famiglie carismatiche”.
       2.2. Un altro motivo di carattere carismatico ci porta ad avere questa visione. Chiara, nella sua esperienza mistica del 49, ha “vistouna sorta di icona della composizione dell’Opera di Maria: come in un “anfiteatrogli Ordini religiosi attorniavano le focolarine e i focolarini, a loro volta disposti intorno a lei. In quella particolare visione, chi rappresentano i religiosi? Solo le persone consacrate che a quellepoca vivevano lideale dellunità? O, a ben vedere, mostravano la variopinta e molteplice presenza carismatica della Chiesa che si compaginava, e si sarebbe nel futuro relazionata, con il carisma dellOpera? Noi siamo per questa seconda spiegazione.

3)   Consacrate e Religiosi


Nell’Opera, ad oggi, esiste il MR e il Movimento delle Religiose. Due realtà distinte, con propri Regolamenti, i cui animatori sono le consacrate e i religiosi delle rispettive branche. Nelle realtà ecclesiali locali si va progressivamente superando la distinzione: in tanti luoghi i responsabili diocesani sono gli stessi, le organizzazioni dei Superiori Maggiori sono unificate, ma soprattutto le iniziative sono comuni. Per esempio quelle celebrate all’interno dell’Anno della Vita Consacrata, promosse dalla Sede Apostolica, sono state uniche per le consacrate e per i religiosi. Anche le iniziative per i religiosi e le consacrate nelle zone dellOpera sempre più spesso sono comuni. È auspicabile, per questo, un collegamento stabile tra le consacrate e i religiosi, sia nelle zone che al Centro.

4)   Contenuto delle iniziative del MR


Sulla base di quanto fin qui espresso, dobbiamo intendere il MR come una realtà che propone ai religiosi, ai laici legati ad un carisma e alle stesse famiglie religiose, un percorso di comunione, un cammino di relazioni trinitarie  che procede verso due direzioni: una verso la Chiesa e laltra verso l’umanità.
    4.1. Verso la Chiesa il MR mira, attraverso la comunione fra i carismi, cioè il rapporto tra le famiglie religiose, e con le altre componenti ecclesiali (Reg. MR art. 2), a rendere visibile - secondo alcune espressioni di Chiara - il “Cristo dispiegato nei secoli, “un Vangelo vivo, o anche - secondo quanto afferma H. U. von Balthasar - lo stesso profilo mariano della Chiesa.
   4.2. Verso l’umanità il MR aiuta le famiglie religiose a mettere al servizio la forza trasformante che scaturisce dai singoli carismi nella loro reciprocità. Chiara, nel parlare del City-fest, ebbe questa espressione: «Sarà la santità che penetra nella società»; ed Emmaus dice che per questo progetto ognuno sarà un prezioso dono, i religiosi e le religiose lo saranno «con i loro ricchi carismi, maestri nellamare il volto di Gesù negli ultimi».

5) Giovani religiosi


Nel corso della storia del MR abbiamo constatato che i giovani sono sempre stati particolarmente sensibili a questa realtà: sia i giovani vicini ai religiosi (tra i quali alcuni hanno sentito la chiamata alla vita consacrata), sia i giovani religiosi in formazione. Oggi, volendo promuovere la spiritualità di comunione e il cammino ecclesiale della comunione tra i carismi, distinguiamo meno tra i giovani religiosi e i Gen Re (coloro che sentono di impegnarsi esplicitamente per l’Ut  omnes): a tutti diamo l’Ideale, lasciando che Dio susciti in alcuni di loro la vocazione all’Opera.

6)  Le strutture di comunione dei religiosi


Gli organismi dei Superiori Maggiori (in Italia CISM e USMI, in Spagna la CONFER, in Brasile la CRB ecc.) rappresentano strutture di comunione fra i diversi Istituti; come tali vanno sostenute con quello spirito di unità che anima la branca dei religiosi, ponendosi al loro servizio. Proponiamo a queste Conferenze il nostro aiuto privilegiando il ruolo di “lievito”. Vogliamo contribuire per dare un'“anima” a queste strutture ecclesiali.



7Strumenti e “spazi” offerti dall’Opera di Maria


Per realizzare quanto scritto fin qui l’Opera di Maria, nel suo insieme, offre ai religiosi strumenti e “spazinecessari:

7.1. Fornisce le basi culturali, spirituali ed esperienziali per procedere nel cammino della reciprocità (punti della spiritualità e aspetti - così come l’individuazione di essi in tanti documenti del Magistero) e per sviluppare la cultura dei “mondi” di Umanità Nuova e le Inondazioni. Il Centro Evangelii Gaudium”, nato a Loppiano, ed il Corso per animatori e formatori Svegliate il Mondo si pongono come mezzi privilegiati in questa prospettiva;
7.2. Favorisce le relazioni allinterno del MR attraverso la condivisione di doni e frutti che nascono dalla vita dei carismi. È qui che si situa il ruolo della rivista “Unità e Carismi”;
7.3. Offre occasioni di contatto con gli altri Movimenti a largo raggio, allinterno di azioni comuni a favore della Chiesa e dell’umanità;
7.4. Dà la possibilità di fare lesperienza della fraternità universale nelle Comunità locali dellOpera di Maria, cellule vive composte da tutte le vocazioni che in un dato territorio si sforzano di dare una risposta alle esigenze sociali.

8)  Ecumenismo tra i religiosi


Recentemente è venuto in evidenza il dialogo ecumenico con i consacrati di altre comunità cristiane. Il “Colloquio ecumenico”, promosso dalla CIVCSVA nell’ambito dell’Anno della Vita Consacrata (gennaio 2015), ha dato il senso della necessità di impegnarsi su questo fronte. Alcuni religiosi si stanno adoperando per incrementare rapporti con istituzioni ecumeniche di consacrati in stretta relazione con il Centro dei Religiosi, ma ciascun religioso della branca dovrebbe fare attenzione a cogliere ogni piccola occasione per far procedere questo particolare dialogo.

     9)  Dialogo inter-religioso


Ci impegniamo nel promuovere contatti con monaci di altre tradizioni religiose.


Il Centro dei Religiosi

"Paradigm" for the Movement of Religious

5th of August 2016


“Paradigm” or reference point for the Movement of Men Religious





In the course of the history of the Movement of Men Religious (MR) some elements have emerged, in referring to its characteristics and initiatives, that can form a kind of ‘paradigm’ of reference for men religious who belong to the Work of Mary.


1.     The specific aim

The charismatic vision in which the MR is inserted is the same as that of the Work of Mary: namely to contribute to the realization of the ‘Ut omnes’. In fact, the MR has the same specific aim as the Focolare Movement, as expressed in the General Statutes in Art. 6.4. This means that in every initiative the MR acts always together with the whole Work of Mary, so that also through the unity among charisms, which is the privileged field of the religious of the Work of Mary, the MR tends towards “that all may be one”.

2.     The components of the MR

In the same way as the other larger movements of the Work of Mary have their own target group (the families for the New Families Movement, the youth for Youth for a United World, those who belong to parishes for the New Parishes Movement and the Diocesan Movement), so the MR has its own target groups, but these are not only the men religious as would seem to be the case at first sight, but also those persons who form a parcel of the Church and of humanity inspired by charisms.
2.1 A proof of this is the presence in the Regulation of the MR of lay people   connected to a charism, be it in Art. 2 as well as in Art. 8. Proof of this is also the fact that today inside religious communities the role of lay people inspired by a specific charism is becoming more and more a determining factor for communion with religious families and their mission. It is not exceptional to find that tasks that were first carried out by religious have now been entrusted to lay persons of Third Orders, Associations or Movements born of the charism of the same founder. Pope Francis in his opening letter to the Year of the Consecrated Life, expressed this reality by using the term “Charismatic Families”.

2.2 Another motif of a charismatic nature leads us to have this vision. Chiara, in her mystical experience of ’49, ‘saw’ a kind of picture representing the composition of the Work of Mary: like in an “amfitheatre” the Religious Orders surrounded the focolarine and  focolarini, who in turn stood around Chiara herself. Who were representing the religious in this particular vision? Only consecrated persons who at that time were living the ideal of unity? Or, more clearly, were they already showing the variety and multiplicity of the charismatic presence in the Church that was forming itself and in the future would connect itself to the charism of the Work of Mary? We tend to favour the second explanation

3.     Women and Men Religious

Today in the Work of Mary exist the MR and the Movement of Women Religious. They are two distinct realities, each with its own Regulation and whose animators are the men and women religious of the respective branches. In the local ecclesial situation there is a progressive removal of this distinction: in many places the diocesan responsible persons are the same, the organization of Major Superiors are unified, but above all they take common initiatives. For instance, the ones taken during the Year of the Consecrated Life, promoted by the Vatican, were the same for men and women religious. Also the initiatives taken for men and women religious in the various zones of the Work of Mary are more and more done in common. For this it would be desirable to have a stable link between men and women religious, both in the zones and at the Centre.

4.     Contents of the initiatives of the MR

On the basis of what we have expressed so far, we have to see the MR as a reality that proposes to religious, to lay people connected to a charism and to charismatic families, a journey of communion, a way of Trinitarian relations that proceeds in two directions: one towards the Church and the other towards humanity.

4.1 Towards the Church, the MR aims through the communion among charisms, that is the relation between religious families and with other ecclesial groups (Reg. MR Art. 2) to make visible - according to some of Chiara’s expressions - “Christ spread throughout the ages”, or “a living Gospel”, or also - according to the affirmation of H.U. von Balthasar - the Marian profile itself of the Church.

4.2 Towards humanity, the MR helps religious families by putting at their service the transforming power that springs from the individual charisms and their reciprocity. Chiara speaking about the City-fest, used the following expression: “it will be sanctity that will penetrate society” and Emmaus says that for this project everyone will be a precious gift, the men and women religious will be so “with their rich charisms, masters in loving the face of Jesus in the least”.

5.     Young Religious

In the course of the history of the MR we have seen that young people have always been particularly sensitive to this reality: be it young people who are close to religious (through whom some have heard the call to the religious life), or young religious in formation. Today in our desire to promote the spirituality of communion and the ecclesial way of communion among charisms, we distinguish less between young religious and Gen Re (those who want to involve themselves explicitly in the Ut omnes): we give the Ideal to all, leaving it up to God to bring out in some of them the vocation to the Work of Mary.

6.     The structures of communion among the religious

The organisms of Major Superiors (in Italy CISM and USMI, in Spain the CONFER, in Brazil the CRB, etc.) are by nature structures of communion among different Institutes; as such they have to be sustained with the spirit of unity which animates the branch of the religious, putting itself at their service. Let us give to those Conferences our support by the method in of “being yeast”. We want to contribute by giving a “soul” to these ecclesial structures.

7.     Instruments and “spaces” offered by the Work of Mary

In order to realize what has been mentioned until now, the Work of Mary in its totality, offers to the religious the necessary instruments and “spaces”:
7.1 It provides the cultural, spiritual and experiential basis in order to proceed on the way of reciprocity (points of the spirituality and the aspects – as singled out in many documents of the Magisterium) and to develop the culture of “the worlds” of New Humanity and the Inundations. The Centre “Evangelii Gaudium”, born in Loppiano and the Course for animators and formators “Wake up the world” are privileged means in this perspective;
7.2 It favours relationships inside the MR by sharing gifts and fruits that are born from living the charisms. It is here that the magazine “Charisms in Unity” plays its role;
7.3 It offers occasions of contacts with other Movements with a broad outreach, by organizing common activities in common in favour of the Church and of humanity;
7.4 It gives the possibility of making the experience of universal brotherhood in the local communities of the Work of Mary, which are living cells made  up of all the vocations trying to give an answer to the social challenges in a given area.

8.     Ecumenism between religious

Recently the ecumenical dialogue between consecrated people of other Christian Churches has come to light. The “ecumenical encounter” promoted by the Congregation of Religious in the context of the Year of Consecrated Life (January 2015), has shown the necessity to get involved in this area. Some religious are working in order to increase contacts with ecumenical institutions of consecrated people in close relation with the Centre of Religious, but each religious of the branch should be attentive in order to use every small opportunity to advance this particular dialogue.


     9.     Interreligious Dialogue
We involve ourselves in promoting contacts with monks of other religious traditions. 


(Centre of Religious)