mercoledì 14 dicembre 2016

Sono giunti al termine del loro "Santo Viaggio"


18 gennaio 2017.

Frère Henri Nachin il vient de partir

Frère Claude Passebon, de la Congrégation des frères de Saint-Gabriel, etait très proche de notre Frère Henri. Ils se connaissaient bien a cause des religieux participant de la spiritualité de l'unité du Mouvement des focolari. Il nous a écrit: 

Merci à fr. Raymond Kieffer d'avoir bien voulu me tenir au courant des derniers instants de Henri. J'apprends ainsi qu'il vient de partir pour la Maison de notre Père d'infinie tendresse, rejoindre notre Mère à tous et nos saints fondateurs : Jean-Baptiste de La Salle et Louis-Marie de Montfort. Avec le viatique du Sacrement des malades ! Qui dit mieux pour partir ainsi au Ciel en carrosse dorée ?!
Henri nous laisse le témoignage d'un vrai frère qui, à la fin, tenait à nous laisser pleinement libres des liens qui nous unissaient : il savait que nos journées n'ont que 24 heures. Il n'y a rien d'étonnant : son tempérament pratique et fraternel tenait compte de chacun. Nous l'avons encore bien en vue quand, dans nos rassemblements d'il y a… "quelques années, il soutenait notre prière avec sa guitare, avec ses gros doigts manuels.
Un frère qui se donnait à fond dans son attention à chacun !
Et même dans ses derniers temps, où ses forces s'en allaient, il m'écrivait :
"Je redoute de faire une lettre sans brouillon et je ne sais pas quoi dire. C’est lamentable. Et il continuait : "Pauvre Henri, il faut te prendre comme tu es ! Mon Dieu, toi qui es toujours là, prends pitié de moi ! Oui, mon Dieu, permettez-moi de vous aimer ainsi que votre Fils Jésus horriblement martyrisé pour le salut de tous les hommes !"
Henri était un apôtre de la croix, il avait découvert Jésus Abandonné tel que Chiara Lubich nous enseignait à le découvrir dans nos fondateurs amoureux de la Croix.
C'est ce que je conserve personnellement très fort ! Aussi, Henri, je te dis, en mon nom et au nom de tous les religieux de l'Œuvre de Marie, un immense merci.


10 dicembre 2016
Padre Floriano Kettmaier

Il religioso francescano si è spento all'età di 88 anni
Ultimo saluto questa mattina nel convento dei cappuccini di Santa Caterina di Rovereto  a padre Floriano Kettmaier. Il religioso, che si è spento serenamente nel giorno dell'Immacolata all'età di 88 anni, viene ricordato come una persona semplice, riservata e per la sua capacità di ascolto con particolare  attenzione per gli emarginati e gli ammalati. Dopo gli studi a Roma dove si è laureato in teologia, tornato in Trentino ha speso il suo servizio pastorale come cappellano negli ospedali prima di Trento, poi in quelli di Rovereto, Ala e infine di Mantova. Molti anni della sua vita padre Floriano li ha trascorsi con i confratelli nel convento di Ala fino alla chiusura nel 2014. In eredità lascia un esempio concreto di vita francescana aperta  all'accoglienza degli altri. 
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9 ottobre 2016


Padre Sempliciano De Paoli



Testimone del grande amore di Dio per gli uomini


Francescano cappuccino, per 45 anni ha condiviso con tutta l’Opera di Maria il carisma dell’Unità: un consacrato che ha vissuto un cammino di profonda comunione, specialmente con religiosi di molte Famiglie, amando l’Ordine dell’altro come il proprio, avendo a cuore, innanzitutto, l’unità con i confratelli della propria comunità. «Un Cappuccino autentico – scrisse di lui un suo confidente e penitente -  vero figlio di S. Francesco: semplice, diretto, libero, misericordioso, amante del creato. Così essenziale che sentivi subito la sua unione con Dio e la sua disponibilità immediata ad amare il fratello che gli si faceva accanto».
Nato ad Alano di Piave (Belluno) il 6 settembre 1930, si laureò in filosofia e per anni fu insegnante nel liceo dei giovani cappuccini orientati al sacerdozio. Conobbe il carisma dell’Unità nel 1972 nella Mariapoli di Merano (Bolzano) e alla fine esclamò: “Questo Ideale non lo mollo più!”.
Per anni svolse il servizio nel confessionale: «È più faticoso di quanto non si pensi – affermava. - Occorre essere sempre su e saper farsi sempre uno con tutti, prestare attenzione con pazienza e disponibilità. Non passa settimana in cui capita di incontrare qualcuno che esce dal confessionale colmo di una pace e di una gioia inaudita e, asciugandosi le lacrime, ringrazia il Padre misericordioso, perché ha finalmente sperimentato la gioia del suo perdono».  
Il 9 ottobre, poche ore prima del suo improvviso decesso, ad un religioso gli ricordava l’appuntamento previsto qualche giorno dopo nel suo convento con alcuni altri che condividevano con lui questa spiritualità. Padre Sempliciano, confermando prontamente la sua adesione con una e-mail, scriveva: «Sono allertato e disponibile. E nessun ostacolo per incontrarci qui da noi. Nel Patto già con tutti voi». A quell’appuntamento, infatti, non ci furono ostacoli perché in quel giorno, alla stessa ora ed in quel luogo ci fu la celebrazione funebre che lo accompagnò con la preghiera di tanti suoi confratelli e amici verso la casa del Padre. (Mariano Steffan)


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29 Settembre 2016
Padre Francesco Valsasnini

Una vita con i religiosi per l’Unità
Il racconto di un testimone

Padre Francesco Valsasnini, che è passato alla Mariapoli Celeste, lasciando nel mio cuore un forte senso di fede e anche di nostalgia. Durante un ritiro, mi è capitato per caso il numero dell’Avvenire, che annunciava la sua morte.
Con lui, scompare un folto grappolo di Religiosi figli di Chiara, che hanno segnato la mia vita per molte decine di anni. Faceva parte con P. Cristoforo Mezzasalma, P. Giacomo Gianolio, P. Felice Beneo, e altri delle zone vicine di una famiglia inter-religiosa di una dedizione al carisma dell’Unità con grande intensità. Negli anni ‘70 condividevamo insieme una generosità splendida, con una comunione d’anima continua e un impegno esemplare. Il Signore ci aveva donato una consanguineità speciale, durata fedelmente fino alla parenza di uno dopo l’altro per il cielo.
P. Francesco Valsasnini aveva un dono particolare nella comunicazione. Quanti incontri nella casa di sua mamma, nei pressi della stazione centrale di Milano, ma anche nelle case dei religiosi: Missionari della Consolata, Pime, Somaschi, Domenicani, o in luoghi svariati scelti dai religiosi della zona. Non mancavamo mai agli incontri romani. Noi due, poi, abbiamo condiviso per anni l’appartenenza alla P.U.M. (Pia Unione Missionaria) con il ministero della visita ai Seminari diocesani, che in quegli anni era eccellentemente organizzata. Il Pime in genere affidava la partecipazione alla P.U.M. a missionari reduci in vacanza, chiedendo loro un servizio di due anni. P. Francesco vi rimase, invece, per molti anni.
P. Francesco era l’uomo perennemente gioioso, sinceramente amico e molto generoso. Quando la Claritas iniziava i corsi di formazione dei religiosi, insieme abbiamo provveduto a rifornirla di molte cose necessarie, come strumenti di cucina e di abbigliamento: tra le sue qualità brillava anche una ottima competenza amministrativa. P. Bonaventura ci voleva molto bene.


Ho desiderato dire qualcosa di P. Francesco Valsasnini, perché voglio ringraziare il Signore per lui. (P. Giovanni Dutto, IMC).

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24 maggio 2016

P. Bernardino Angelo frate minore

E' partito per il celo all'età di 85 anni.
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Jakarta, 2016-05-01

Padre Peter Hills, 

Missionario del Verbo Divino 
Sempre fedele al suo popolo 




Padre Petu, di origini Austriache, da anni viveva Indonesia in mezzo al suo popolo.

Abitava ad Ende, nell'isola di Flores. Era stato ricoverato in questi giorni a Jakarta all'ospedale St. Carolus. Da anni soffriva di gravi problemi circolatori alle gambe. In ospedale aveva ricevuto visite da parte dei religiosi di Jakarta e aveva ricevuto messaggi da parte dei focolarini e focolarine.

Aveva conosciuto il carisma dell’Unità di Chiara Lubich prima di partire per l'Indonesia e aveva incontrato Chiara stessa durante la sua visita a Bangkok. Lo pensiamo assieme a lei, ormai nel seno del Padre. Ora ci protegge e ci accompagna da lassù. (Matteo Rebecchi)
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21 aprile 2016


Pietro Bonamoneta, Gesuita


Recentemente aveva lasciato la Toscana per andare a Pescara. Invece è passato alla Vita Vera all’età di 82 anni.


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23 maggio 2016
Padre Marino Merlo 

dei Missionari Oblati di Maria Immacolata


Aveva 87 anni e dal 1996 era formatore presso la comunità oblata dello Scolasticato di Vermicino.

Il giorno della nostra festa l'ho vistostanco, provato, ma molto sereno e con il fedele rosario tra le sue mani.

Mi ha raccontato che viveva tutto perGesù, che la vera forza per lui è vivere ogni momento con Gesù affidandogli tutto. "Gli abbiamo dato la Vita e Lui sa quello che deve fare e poi... vivere anche noi il mistero pasquale di Gesù nella nostra vita e ricordarsi che nell'altra incontriamo Gesù" (Una testimone).

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7 febbraio 2016

P. Vittorio Della Rovere

…quel suo modo imprevedibile e immediato di amare…


«Un uomo di Dio che si è donato senza riserve ai fratelli, specie i più deboli, i più poveri, coloro che si trovavano in situazioni precarie”. E’ questa una testimonianza a caldo al funerale di questo francescano che non si perdeva in ragionamenti, ma con semplicità si poneva di fronte alle necessità di chiunque gli si rivolgesse e non si dava pace fino a quando non riusciva a trovare una soluzione.

A 21 anni Vittorio lascia il suo paesino in provincia di Udine (Italia) per entrare nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Per 22 anni rimane un semplice frate questuante, seminando ovunque grande simpatia, fino a quando, d’improvviso, arriva la chiamata al sacerdozio. Il discernimento per uno che ha ormai superato i 45 anni non è semplice, ma si tratta di seguire la strada tracciata da Dio, in continuità a quel modo imprevedibile e immediato di fra Vittorio di amare e aiutare ogni prossimo. Diventato Padre Vittorio riceve l’incarico di cappellano ospedaliero. Ed è a questo punto che incontra l’Ideale. Ne è così preso da impregnare di esso tutta la sua vita. «Una mattina – racconta -  dopo aver portato la comunione ai malati, sto per riporre la pisside nel tabernacolo. Mi arriva una telefonata dal Pronto Soccorso: “Abbiamo qui un giovane che ha tentato, solo quest’anno, di suicidarsi per ben 7 volte. La sua situazione familiare è disastrosa e non ha nemmeno le scarpe per andarsene da qui”. Non sarebbe mio compito intervenire in tali situazioni, ma trovandomi davanti a Gesù Eucaristia, prendo l’occasione al volo. Mi viene in mente l’esperienza di Chiara delle scarpe n° 42 che lei cercava per un povero e che Gesù le ha fatto subito trovare. Anch’io allora mi rivolgo a Gesù e Gli dico: “Tu hai bisogno di un paio di scarpe n. 43”. Esco di chiesa. Passa di lì una persona che mi presenta un pacchetto con un paio di scarpe. Non credo ai miei occhi e le chiedo di che numero fossero: “43” mi risponde. Rimango allibito! Era la risposta di Gesù”.
La vita di Padre Vittorio è costellata da aneddoti simili, vissuti nella “perfetta letizia” di san Francesco e nell’abbraccio quotidiano a Gesù Abbandonato, che sprigiona in lui la gioia del Risorto. Il 7 febbraio, all’età di 84 anni, sale alla Casa del Padre.  Al suo funerale – gremito di gente – qualcuno dice: «Siamo stati vicini ad un santo senza accorgerci». (Mariano Steffan)

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