mercoledì 19 dicembre 2018

Video dell'incontro dei Giovani Religiosi sul Sinodo




Pubblichiamo una sintesi della giornata dell'incontro per giovani consacrati e consacrate avvenuto il 25 novembre 2018 nell'Aula Magna dell'Accademia Alfonsiana.



 





martedì 18 dicembre 2018

Un ondata di vita


Palermo, 16 dicembre 2018


Un’ondata di vita promossa da sacerdoti consacrate e consacrati



Che splendido l’incontro quello dei religiosi l’estate scorsa a Roverè (Verona) con grandi novità, tra le quali la presenza di un gruppo di consacrate (fra cui una suora della mia parrocchia), quella di un gruppetto di giovani consacrati/e, che, pur essendo alloggiati in una località vicina, hanno avuto dei momenti comuni con noi. Poi, l’avvio ufficiale della rivista  Ekklesia, che fonde insieme le due attuali riviste Gens e Unità e Carismi, un progetto che è diventato una felice realtà. Da ultimo, ma primo per l’importanza, l’approfondimento di alcune pagine del Paradiso ’49 con una videoconferenza con Jésus Morán, copresidente del Movimento dei focolari!

Nel giugno scorso qui a Palermo un giovane ed entusiasta sacerdote del Burundi ha conseguito la Licenza in Sacra Teologia, con un incoraggiante riconoscimento: “summa cum laude”. La sua tesi trattava della Chiesa burundese e la risposta che sta dando alle povertà indicate dal Concilio Vaticano II. Erano presenti molti della Parrocchia palermitana dove svolge il suo ministero ed altri del Movimento.
A metà luglio la visita al nuovo Vescovo di Cefalù, la mia diocesi di origine, è stata per lui l’occasione per intrattenersi in modo familiare con il Movimento dei Focolari della diocesi. Il fraterno abbraccio e l’impegno di ricordarci reciprocamente nella preghiera sugellava questo rapporto.

Un fatto importante, che ha lasciato il segno, è stata la splendida visita di Papa Francesco a Palermo, avvenuta verso la metà di settembre. Per noi fu l’inizio del nuovo Anno Sociale. In occasione del 25° del martirio del Beato Pino Puglisi noi sacerdoti, religiosi e consacrate ci siamo coinvolti nei preparativi e specialmente nella solenne e pur semplice Concelebrazione al Foro Italico e nella Cattedrale dove eravamo a pochi metri dall’altare con i seminaristi. I frequenti applausi al discorso del papa, la partecipazione così emozionante alle sue parole tanto esigenti, sono stati per noi momenti indimenticabili. 
 Successivamente abbiamo iniziato i nostri incontri mensili in focolare coi sacerdoti, religiosi e consacrate secondo un programma che si alternava: una volta sacerdoti e religiosi distinti, poi insieme con le consacrate. All’incontro di novembre eravamo in 14, fra cui due nuovi arrivati: uno del Madacascar e l’altro del Burchina Faso. In questo gruppo è passato anche un Diacono di rito greco-bizantino. Inoltre, si è parlato anche del programma di Sofia, del corso “Svegliate il mondo” e della rivista Ekklesia.
Attraverso le mie email periodiche raggiungiamo un’altra decina di religiosi e consacrati presenti anche delle diocesi vicine di Monreale, Trapani e Mazara del Vallo. Tanti altri venivano raggiunti con lettere personali congiunte a quelle periodiche, firmate da P. Vincenzo Ruggiero e dal sottoscritto. 
Tra le religiose del nostro gruppo sono avvenuti cambi e trasferimenti. Suor Salvatrice, ex Superiora Generale, è andata a Loppiano e Suor Caterina è partita per le Filippine.

Facendo visita con P. Vincenzo camilliano e a P. Angelo Grasso salesiano che sono a Marsala, abbiamo incontrato anche P. Salvino francescano conventuale del Centro P. Massimiliano Kolbe di Carini (PA). Ci siamo proposti di fare insieme qualche ritiro sulla Spiritualità di comunione ad alcune comunità religiose che lo hanno richiesto, e di lanciare qualche piccolo segnale che riguarda più direttamente il movimento dei religiosi.

Ma la realtà più significativa e più promettente, in riferimento all’Opera in loco, ci è sembrata l’evoluzione interna della comunità oblata di Palermo col suo sviluppo di ministero pastorale con i migranti. A fine settembre, infatti, è arrivato P. Adriano, con la sua grande esperienza missionaria e formativa svolta in Africa ed ora nominato Superiore della Comunità oblata di Palermo. Lui è l’Amministratore Parrocchiale della nuova Parrocchia di S. Nicola da Tolentino, collocata nel Centro Storico dove abita la gran parte dei migranti. Con lui abbiamo iniziato l’Anno Sociale, mettendo in programma alcuni giorni di verifica e di progettazione preceduti da mezza giornata di ritiro. Il clima della comunità religiosa è felicemente migliorato, grazie all’entusiasmo e all’impegno di tutti di vivere l’amore reciproco! Insieme e con lo stesso stile, stiamo mettendo le stesse basi nella Parrocchia a noi affidata, mentre la ristrutturazione della abitazione attigua, dove ci trasferiremo, è già a buon punto. Quindi, il passaggio dalla Parrocchia di periferia, dove eravamo presenti da 16 anni, a qui sarà effettuato a breve.
Intanto si lavora pastoralmente con tutta la parrocchia e con i vari gruppi etnici con un progetto armonico, in unità e distinzione, e in accordo con le vicine parrocchie gestite soprattutto da comunità religiose. Il Parroco di una Parrocchia vicina, che è presente nei nostri incontri in focolare, è particolarmente interessato a queste forme di collaborazione. Particolarmente contento di tutto questo è don Vito, un docente nella vicina Facoltà Teologica e collaboratore diretto del Vescovo! Un giovane oblato arrivato dello Sri Lanka, successore del precedente cappellano degli srilankesi, è felice del nostro progetto e, perciò, questa estate il nostro P. Sergio si è recato in Africa per favorire il dialogo tra alcuni vescovi del posto con la nostra diocesi di Palermo.
di Giovanni Fistaino 
Oblato di Maria Immacolata

domenica 2 dicembre 2018

Les visages de l’attente

Fribourg (CH), 30 novembre 2018




Les visages de l’attente: le Père Joseph Kuster 


 par Bernard Litzler
(vedi sotto la versione italiana)


En ce temps de l’Avent, cath.ch va à la rencontre de témoins. Ainsi le Père Joseph Kuster, 81 ans, membre de la Société des Missionnaires de Bethléem. Un missionnaire souriant, façonné par la spiritualité des Focolari et de sa fondatrice Chiara Lubich.

 L’Avent, temps de l’attente… Pour le Père Joseph Kuster, qui reçoit dans la maison des Missionnaires de Bethléem, sur la colline de Torry, à Fribourg, l’attente comporte diverses facettes. Dans la génération des aînés, que peut-on attendre? A quelques jours d’une opération du cœur, le religieux attend que le passage à l’hôpital se passe bien.

Mais la question va plus loin. Pour une personne âgée, quand les années passent, qu’attend-on? “La rencontre définitive, dit-il, la rencontre avec Celui qui m’a appelé et que j’ai pu choisir. Je sais qu’il me donnera son amour miséricordieux, car le Christ s’est livré pour moi. Je n’ai rien à craindre de lui, malgré mes déficiences’’.

Le père Kuster a grandi avec l’image d’un “Dieu juge qui observe’’. “Ça m’empêchait de me sentir vraiment heureux. Il restait toujours un peu de tristesse dans mon cœur’’.

Une nuit sans dormir

En 1969, lors d’une rencontre de religieux, il éprouve ce qu’assurait Chiara Lubich, la fondatrice du mouvement des Focolari: “Dieu t’aime infiniment, immensément’’. Dans un moment de prière, Joseph Kuster fait une expérience renversante, comme un éclair. Il comprend: Dieu l’aime, infiniment. Il s’en remet, joyeusement: “C’est la seule nuit que j’ai passée sans dormir, tellement j’étais heureux, confesse-t-il, sourire en coin. C’était comme un deuxième noviciat… Il y a vraiment eu un avant et un après’’.

“Que Dieu devienne chair, plus j’avance, plus cela me laisse bouche bée.”

Son entourage le confirme: il est devenu souriant. “Mes confrères ont mis ça sur le charme de la Suisse romande, où je venais de déménager’’. Car la réputation des Focolari, à l’époque, “était mauvaise’’. “Pensez donc: un mouvement lié au pape!”.

Obéir par amour

Mais pour Joseph Kuster, au contraire, les “Foco”, c’était “l’Evangile traduit en vie”. Car durant sa formation, avant le concile Vatican II, l’époque était davantage à la contestation, à la critique de la vénération mariale, etc. “En fait, les Focolari donnent la première place au Christ, comme Marie… Et obéir par amour donne une liberté plus grande que d’être soumis à sa liberté personnelle”.

Aujourd’hui, le religieux fribourgeois appartient à la branche religieuse des Focolari. Grâce à ces derniers, il a redécouvert les fondements de sa propre famille spirituelle. “La simplicité de l’enfant de Bethléem, c’est notre modèle. Avec l’amour du Père et la préférence pour les pauvres”.

Vivre comme Marie

Et l’Incarnation ?… “Noël, c’est l’Emmanuel, Dieu avec nous. C’est central pour nous, les Missionnaires de Bethléem. Que Dieu devienne chair, plus j’avance, plus cela me laisse bouche bée. C’est une grande joie, car Dieu est descendu au plus bas. Il est né pauvre, exilé, réfugié. C’est comme s’il nous disait: là où vous souffrez, j’y suis aussi”.

Aujourd’hui, le père accompagne spirituellement une douzaine de personnes. “Parfois, je ne sais pas trop que dire et je laisse le silence. Et les personnes trouvent les réponses d’elles-mêmes, confie-t-il. Chez les Focolari, j’ai beaucoup appris. Il ne s’agit pas de faire des dévotions mariales, par exemple, mais de vivre comme Marie dans son silence, son écoute profonde. Il ne s’agit pas de faire des exercices pieux, mais une vie à l’image de Marie”. Etre Marie… Comme un chemin d’Avent permanent.



Un rêve missionnaire

Né en 1937 à Engelberg, Joseph Kuster, issu d’une famille nombreuse, entre en 1957 au noviciat des Missionnaires de Bethléem. Son rêve? “Aller en Mandchourie”. Avec l’arrivée de Mao au pouvoir, le rêve échoue. A la fin de ses études, on lui demande d’enseigner le latin et le français au centre de formation des Missionnaires à Rebstein (SG). Il accepte, par obéissance. Finalement il part en Colombie en 1982. Il va y rester cinq ans, avant de revenir en Suisse. “J’ai mis deux ans à accepter mon retour ici”, avoue-t-il.

En 1984, il est nommé curé à Montet, dans la Broye, où il se rapproche des Focolari, présents sur la paroisse. Il y restera jusqu’en 1994. Aujourd’hui, il vit avec des confrères à Fribourg. Mais son aventure spirituelle avec le mouvement de Chiara Lubich se prolonge jusqu’à aujourd’hui.


Versione Italiana
Friburgo (Svizzera), 30.11.2018
I volti dell'attesa: padre Joseph Kuster della Società dei Missionari di Betlemme
di Bernard Litzler
Padre Joseph Kuster, 81 anni, è membro della Società dei Missionari di Betlemme. Un missionario sorridente, plasmato dalla spiritualità dei Focolari e dalla sua fondatrice Chiara Lubich.
Avvento, tempo dell'attesa ... Per padre Joseph Kuster, che nella sua casa sulla collina di Torry a Friburgo accoglie dei Missionari di Betlemme, l'attesa ha varie sfaccettature. Da una generazione di anziani cosa possiamo aspettarci? A pochi giorni di un'operazione al cuore, il religioso è in attesa che il suo ricovero in ospedale vada bene.
Ma questo aspetto della propria salute va ben oltre. Per una persona anziana, quando passano gli anni, cosa ci si aspetta? "L'incontro finale, ha detto, l'incontro con Colui che mi ha chiamato e ho potuto scegliere. So che mi accoglierà con il suo amore misericordioso, perché Cristo si è donato a me. Non ho nulla da temere da lui, nonostante le mie mancanze ''.
Padre Kuster è cresciuto con l'immagine di un "Dio-giudice che controlla". "Questo mi ha impedito di sentirmi davvero felice. Nel mio cuore c'era sempre un fondo di tristezza.”
Una notte senza dormire
Nel 1969, durante un incontro di religiosi, avverte che Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari, lo rassicurava: "Dio ti ama infinitamente, immensamente''. In un momento di preghiera, Joseph Kuster è preso da un'esperienza sbalorditiva, come un lampo di luce. Capisce che Dio lo ama, infinitamente. Egli si china con gioia verso di lui: "Questa è l'unica notte ho passato insonne, ero così felice – confessa - sorridevo. Per me era come un secondo noviziato ... C'è stato davvero un prima e un dopo nella mia vita".
Un Dio che diventa carne! Più vado avanti, più questo mi lascerà senza parole".
Coloro che le sono vicini lo confermano: ora è sorridente. "I miei confratelli hanno ritenuto che questo fosse dovuto al fascino della Svizzera francese, dove mi ero appena trasferito". Perché la reputazione dei Focolarini, in quel tempo, non era buona. "Pensate: un movimento papista".
Obbedire per amore
Ma per Joseph Kuster, invece, i focolarini, "Foco" venivano detti, non era altro che "il Vangelo tradotto in vita." Perché durante la sua formazione, prima del Concilio Vaticano II, c’era un tempo di protesta, di critica della venerazione mariana, ecc. "In effetti, il Focolari mettevano al primo posto  Cristo, come Maria ... e- dicevano- obbedire per amore dona una libertà più grande ancora di quella personale, alla quale ti sei sottoposto".
Oggi, questo religioso di Friburgo appartiene alla branca religiosa dei Focolari. Grazie a questi, ha riscoperto le basi della sua stessa famiglia spirituale. "La semplicità del bambino di Betlemme che è il nostro modello, Dio amore e la scelta preferenziale per i poveri ".
Vivi come Maria
E l'incarnazione? ... "Il Natale è Emmanuele, Dio-con-noi. Questo è centrale per noi Missionari di Betlemme. Che Dio diventi carne! Più andrò avanti, più mi lascerà senza parole. È una grande gioia questa, perché Dio è sceso al livello più basso. È nato povero, esiliato, rifugiato. È come se ci stesse dicendo: dove soffri, lì ci sono anch'io. "
Oggi il padre accompagna spiritualmente una decina di persone. "A volte non so cosa dire loro e rimango in silenzio. E le persone trovano le risposte da sole. Tra i Focolarini ho imparato molto. Non si tratta di fare delle devozioni mariane, per esempio, ma di vivere come Maria, nel suo silenzio, nel suo ascolto profondo. Non si tratta di fare pii esercizi, ma di condurre una vita a immagine di Maria". Essere Mary ... Come un continuo cammino viaggio d'Avvento.
Un sogno missionario
Nato nel 1937 a Engelberg, Joseph Kuster, di famiglia numerosa, si unì ai novizi missionari di Betlemme nel 1957. Il suo sogno? "Andare in Manciuria". Con l'arrivo di Mao al potere, il sogno fallisce. Alla fine dei suoi studi, gli fu chiesto di insegnare latino e francese presso il Centro di formazione per missionari a Rebstein (SG). Accetta, per obbedienza. Alla fine, nel 1982si trasferì in Colombia. Vi rimase per cinque anni prima di tornare. "Ci sono voluti due anni prima di accettare di ritornare", ammette con rammarico.
Nel 1984 è stato nominato parroco a Montet, nella Broye, dove si è avvicinato di più ai Focolarini presenti nella parrocchia. Rimase lì fino al 1994. Oggi vive con i confratelli a Friburgo. Ma la sua avventura spirituale con il movimento di Chiara Lubich tutt’oggi continua.