lunedì 27 marzo 2017

Il Cardinal Miloslav Vlk: il coraggio di un Pastore

Praga, 25-26 marzo 2017.

A Praga, centro religioso e politico della Repubblica ceca, la Chiesa si è riunita per dare l’ultimo saluto al suo Cardinale.

Questo Cardinale, tanto amato dalla gente per il suo impegno per la giustizia, i diritti umani, la pace e il dialogo a tutto campo e con tutti, lascia un impegnativo messaggio di collaborazione e di speranza per un futuro di convivenze stabile e libero, carico di aspettative e tutto da realizzare.

I componenti della segreteria dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, tra i quali anche un religioso, venerdì 24 marzo sono partiti da Grottaferrata, Centro del Movimento dei Focolari, per recarsi a Praga e poter partecipare all’indomani alla liturgia funebre del deceduto Card. Miloslav Vkl. Appena arrivati all’aeroporto un pulmino li ha trasportati nella chiesetta delle carmelitane, di fronte al vescovado, per potersi inserire nella lunga fila di fedeli che si stavano accostando al defunto ed avere con lui un momento di intimità spirituale, ora che è passato all’altra vita. A loro, un altro gruppo significativo di membri del Movimento dei Focolari si è aggiunto per ringraziare Dio che ha donato alla Chiesa questa indimenticabile figura di vescovo che tanto fa fatto per questo movimento.


La sua vita

Il Cardinal Miloslav Vlk è morto il 18 marzo 2017 nella sua Arcidiocesi di Praga, all’età di quasi 85 anni. Nato il 17 maggio 1932 a Líšnice, provincia di Písek nella Boemia del sud, in una famiglia molto buona e semplice, ebbe la possibilità di portare a termine i suoi studi liceali (1952). Poi lavorò come operaio in una fabbrica di motori, fece il servizio militare a Dvory. Successivamente, frequentò l’università San Carlo di Praga, dove si laureò in archivistica nel 1960. Solo più tardi (1964) gli fu permesso di intraprendere gli studi teologici presso la facoltà di Teologia dei Santi Cirillo e Metodio di Lotomĕřice e nel 1968 fu ordinato sacerdote. La sua influenza e il suo stile pastorale si distinsero e allarmarono le autorità politiche, tanto che fu trasferito in sperduti villaggi di campagna come parroco. Ma nemmeno là la sua attività rimase nascosta perché nel 1978 gli organismi statali gli ritirarono definitivamente l’autorizzazione di esercitare il suo ministero sacerdotale, che don Miloslav, tuttavia, continuò ad esercitare clandestinamente. Impedito dall’esercitare attività pastorali pubbliche, si diede a quelle lavorative lavando vetri e prestando il servizio di archivista nella Banca Statale di Praga. Questo fino al 1989, quando, restituita l’autorizzazione di esercitare il suo ministero sacerdotale fece di nuovo il parroco in paesini di montagna e nel 1990 venne nominato vescovo a České Budĕjovice. Un anno dopo è Arcivescovo di Praga e Primate di Boemia, quindi, per dieci anni Presidente della Conferenza episcopale. Rimase alla guida della arcidiocesi di Praga fino al 3 febbraio 2010. Anno in cui Papa Benedetto XVI accettò la sue dimissioni per raggiunti limiti di età.

La liturgia funebre

La cerimonia del suo funerale, avvenuta il 25 marzo nella Cattedrale di Praga, ha visto come celebrante principale il Cardinal Dominik Duka e fu concelebrata da una trentina di vescovi e intorno ai 300 sacerdoti. Erano presenti alcune autorità civili e numerose associazioni. La grande folla dei presenti non riempiva solo la splendida chiesa gotica, ma anche i cortili del Palazzo governativo che la circondava fino alla piazza. L’omelia funebre, tenuta da Mons. František Radkoský, vescovo emerito di Plezeň, sottolineava che per questo Cardinale, suo amico e compagno di tante avventure, fu decisiva la scelta di seguire Dio-Amore e cercare sempre di fare concretamente la sua volontà. Tale scelta, per lui che era pieno di energia, non fu una cosa semplice, ma una lotta difficile, date le condizioni e le situazioni in cui si è imbattuto nella sua vita. «Era un combattente perseverante e coraggioso – ha affermato Mons. F. Radkoský – impegnato per la povertà, il diritto e la giustizia per la Chiesa, non solo nel periodo della dittatura comunista, ma anche nel tempo in cui si assunse la responsabilità per tutta la Chiesa del suo Paese come Primate e Presidente della Conferenza episcopale». Di grande aiuto per superare tanti ostacoli – è stato detto a più riprese – è stata per lui la spiritualità dei Focolari. 

Lui stesso ammette: «Nel cuore di quegli anni tenebrosi, l’incontro con il Movimento dei Focolari è stato per me di grande luce. […] Ho capito che vi è un solo passaggio: il cammino della Croce. […] Una situazione del tutto disperata non è mai la fine di tutto, ma è solo una discesa abissale tra le ombre della morte che conduce alla risurrezione». Quindi, per lui non c’è spazio per il disfattismo o per il pessimismo, ma va conservata fino alla fine la fede nel Padre. Riposa nella sua Cattedrale, all’interno di quelle mura gotiche che per due decenni hanno sentito risuonare la sua voce e il suo messaggio che ora diventa un impegno per coloro che lo seguiranno. Le testimonianze della gente, accorsa per accompagnalo da questo mondo al Padre, parlano di riconciliazione e di pace. Credenti e non credenti, cristiani di tutte le chiese, popoli di diverse provenienze e che nella storia si consideravano “nemici”, ora avvertono in lui un leader che ha saputo riconciliare; un Padre deciso, ma tanto buono che ha costruito fratellanza e unità con tutti. Al termine della lunga cerimonia il palazzo bianco della Curia del Cardinale, si è aperto ai numerosi invitati che hanno condiviso un fraterno rinfresco, occasione unica per scambiare un saluto e raccontarsi qualche aneddoto personale che metteva ulteriormente in luce con questa straordinaria figura di uomo e di pastore.


Un’eco che continua
Le numerose iniziative in ambito pastorale, ecumenico e politico, sicuramente continueranno anche in seguito ed avranno ulteriori sviluppi. La sera stessa del suo funerale nel Focolare femminile di Praga in località di Vinoř, una decina di persone del Movimento dei Focolari si è trovata con il vescovo luterano Christian Krause, Landes Bischof I. R. von Brandenburg per una cena fraterna. Il vescovo C. Krause, Presidente delle chiese luterane, è di ampie vedute mondiali ed era molto amico del cardinale. Fu grazie alla loro collaborazione che molte barriere ecumeniche sono crollate. Interessante è apparsa la convinzione netta di questo vescovo luterano che avverte un reale spostamento d’asse dell’ecumenismo, non più orientato verso il nord Europa, ma verso Roma, «Perché – ha detto – le migliori attese per il futuro si stanno concentrando lì».
Il giorno dopo, nella parrocchia di Vinoř, accolti dal Parroco Mgr. Vít Horák, fu lo stesso Vescovo emerito Mons. František Radkoský, a presiedere l’eucaristia parrocchiale circondato da 6 sacerdoti, 4 focolarini e 2 religiosi, con tutta la comunità dell’Opera di Maria accorsa a Praga per l’occasione del funerale. Con quei parrocchiani fu ricordata questa indimenticabile figura di parroco, di padre, di vescovo e di primate «che ha saputo – così è stato detto – tenere salda la sua fedeltà in Cristo. Proprio come ha fatto il ceco guarito da Gesù, che nonostante l’opposizione degli scribi e farisei e lo hanno perfino estromesso dalla sinagoga, rimase tuttavia convinto della sua fede e s’inginocchiò di fonte a Gesù quando ha saputo che era lui il Figlio dell’uomo che lo aveva guarito» (cf. Gv 9,34).


Sia nelle piccole celebrazioni, come quest’ultima, che nelle grandi, come quella tenuta in cattedrale, ma anche sui giornali esposti nelle edicole, nei bar, nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti, la persona dell’amico e pastore Miloslav Vlk era presente e tutti ne parlavano con entusiasmo. Onorificenze statali, riconoscimenti prestigiosi, cinque dottorati Honoris Causa, otto cittadinanze onorarie ed altri numerosi premi, non lo hanno mai allontanato dal Popolo di Dio, che ha sempre servito con grande passione. Questa è quell’onda lunga provocata da figure come questa che hanno amato la gente e si sono pienamente inserite nei loro problemi e nelle loro criticità sociali. (Mariano Steffan)

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