mercoledì 25 ottobre 2017

Un viaggio nel lontano Kazakistan dove la vita è intensa

Almaty (Kazakistan), 11-16 ottobre 2017

Uno straordinario momento di “focolare temporaneo

  Un viaggio questo suggerito dai focolarini di Mosca e attivato dal Centro dei Religiosi per andare a trovare padre Luca Baino, un religioso francescano e parroco; per conoscere la sua comunità religiosa; per incontrarsi con le diverse chiese parrocchiali da lui animate e, infine, per essere vicini alle comunità locali che s’ispirano alla spiritualità del Movimento dei Focolari.

Durante l’incontro che il Movimento dei Focolari ha organizzato nello scorso mese di settembre per i Delegati che arrivavano dalle diverse parti del mondo, quelli che provenivano da Mosca (Russia) hanno raccontato a P. Salvo D’Orto le belle attività pastorali che P. Luca Baino, Frate Minore della Provincia dell’Umbra, sta svolgendo nelle lontane steppe del Kazakistan. Con l’ideale nel cuore, ha incontrato delle persone che hanno dimostrato interesse per il carisma dell’unità di Chiara Lubich e si stanno avvicinando a questa spiritualità. Nelle due città dove p. Luca vive e opera, hanno preso vita delle piccole comunità locali dell’Opera di Maria. I focolarini di Mosca hanno suggerito a P. Salvo di mandare lì qualcuno dei religiosi affinché ci si potesse rendere conto di persona e sostenere p. Luca con la certezza che avrebbe gradito tantissimo una simile visita, anche se di pochi giorni. La proposta è stata subito accolta dal Centro dei Religiosi che ha pensato di affidare a me questo viaggio.

Padre Luca Baino frate minore e padre Egidio
Canil Frate francescano conventuale
Conosco P. Luca da quand’era giovane frate e studiava ad Assisi. Infatti, fu in quel periodo che conobbe il Movimento dei Focolari. Mi rendo conto che il Kazakistan non è dietro l’angolo, ma non mi preoccupo. Di viaggi ne ho fatti tanti e mi attivo subito. Trovo con facilità il biglietto aereo e i dovuti permessi dei superiori. Intraprendo il viaggio come Maria che “partì in fretta, verso la montagna” per andare a trovare la sua parente Elisabetta! Parto da Roma, un volo di oltre otto ore, con scalo a Istanbul e destinazione Almaty, l’antica capitale di quello stato, che conta circa un milione e mezzo di abitanti. Ad accogliermi P. Luca: siamo entrambi felici! Ci sembrava un sogno poterci incontrare in quelle steppe sconfinate. Kazakistan significa “terra dei Kazaki” distesa per due milioni e 700 mila km² e con 17 milioni di abitanti. Di questi, poco meno della metà sono Kazaki, perché l’altra metà è di varia origine: russa, tedesca, ucraina, polacca, coreana, cinese, ecc., tutti deportati lì durante il regime comunista.


Con P. Luca stiamo insieme 6 giorni. Nessun programma prestabilito, ma solo il desiderio di fare vita di focolare e tenere Gesù fra noi. Personalmente mi metto in atteggiamento di ascolto. Tante le cose da raccontare! Tanta vita spesa per gli altri! Non sono mancate le difficoltà! Ma anche tanti frutti, tanti rapporti costruiti, tante amicizie instaurate con ogni categoria di persone: politici, fedeli di altre religioni, cristiani di altre chiese, situazioni di miseria... «In tutto questo, c’è una costante - afferma p. Luca -. Nel carisma dell’unità scoperto negli anni di formazione e nei primi anni di sacerdozio in Umbria, ho ritrovato continuamente la forza di andare avanti».
 
I primi due giorni li trascorriamo ad Almaty dove P. Luca è parroco della chiesa cattedrale, gestita dalla comunità dei Frati Minori composta da 5 religiosi: due polacchi, due coreani e lui italiano. Poi, noi due dedichiamo del tempo per conoscere persone, tra cui un sacerdote fidei domun e una consacrata di CL che animano con p. Luca un bel centro per minori privi di famiglia. Con loro e con un giovane italiano di Azione Cattolica trascorriamo una bella serata insieme. Poi, dedichiamo un’altra serata alla piccola comunità locale del Movimento dei Focolari composta da due giovani studenti, da due sacerdoti, il nostro autista ed altri ancora. Nel pomeriggio - dato che l’inverno è alle porte - abbiamo riparato l’allaccio dell’acqua ad una famiglia povera, infangandoci mani e piedi. Ma lo abbiamo fatto per Gesù presente in quelle persone ed eravamo felici. C’è scappata anche una visita turistica al centro della città per vedere la storica cattedrale ortodossa, che era in restauro.

Il terzo giorno percorriamo 300 Km di una bella e nuova superstrada verso il Nord, con tappa in un villaggio povero per portare cemento e altro materiale edile ad una famiglia bisognosa. Arriviamo nel tardo pomeriggio a Taldyqorgan, una città di 100.000 abitanti ai confini con la Cina! 
Anche qui P. Luca, alternandosi con il suo vice parroco, svolge il suo servizio pastorale nell’unica chiesa cattolica di quella città. P. Luca è di casa qui, perché è vissuto per diversi anni con un altro confratello polacco, che ora è rientrato in patria. Venerdì, sabato e domenica la vita liturgica si svolge regolarmente. Le messe sono ben curate e animate da canti. Abbiamo avuto il tempo di conoscere vari fedeli andando a trovarli. 
Poi, due incontri significativi: uno venerdì sera in casa parrocchiale con il gruppo della comunità locale della Parola di Vita: un gruppo eterogeneo composto da un evangelico, alcuni ortodossi, altri cattolici di varie nazionalità. Li accomuna l’incontro con il Movimento dei Focolari, e quasi tutti hanno partecipato a qualche mariapoli.

Il sabato 14 ottobre abbiamo ritagliato del tempo per noi, rimanendo nella casa parrocchiale per fare qualche lavoretto, per la meditazione e la comunione fra noi. Poi, una passeggiata al centro città per una visita, e in serata approfittiamo di un invito a cena rivoltoci da una famiglia che da anni vive la Parola di Vita. Domenica mattina facciamo insieme la preghiera delle Lodi, la meditazione e poi la messa nella chiesa parrocchiale, con la mia omelia, logicamente in italiano ma tradotta in russo. Nel viaggio di ritorno ad Almaty non ci siamo proprio annoiati: è stata ancora una buona occasione per continuare il nostro scambio di vita e di comunione.

Sei giorni veramente pieni di incontri, visite, conoscenze, scambi, novità che non immaginavo… ma soprattutto di comunione d’anima. Resto ammirato dalla forza d’animo con cui P. Luca riesce a superare le avversità che quotidianamente incontra! Sono stati sei giorni di vita e di unità piena. Si avvertiva che il Risorto era presente tra noi, come è capitato ai due discepoli di Emmaus. Sarà lui fra noi, anche a distanza, a portare avanti il suo disegno su quella Chiesa e sul cammino che il carisma dell’unità sta facendo in quella nazione. Lunedì 16 ottobre, al mattino presto, riprendo l’aereo per Roma. Anch’io, come Maria che dopo tre mesi ritornò a Nazareth, dopo solo una intensa settimana, ritorno in Italia, stanco ma felice!

P. Egidio Canil 

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