Bujumbura, Foyer de Charité, 30 settembre -19 ottobre 2018.
I sacerdoti
del Burundi s’interrogano
sulla loro vita di comunione
Nei mesi di
settembre ottobre 2018 si sono svolti a Bujumbura tre ritiri per sacerdoti e
religiosi sulla spiritualità di comunione. Questi ritiri venivano programmati ogni
anno in Burundi, il tema poi ha trovato il parere favorevole della Conferenza
episcopale, e furono realizzati in collaborazione con il Foyer de Charité di
Bujumbura. Non è la prima volta che si svolge una simile iniziativa in
Africa perché nell’estate 2017 l’abbé Léon
Sirabahenda, sacerdote burundese, aveva animato, insieme ad una focolarina
Florence Gillet, un ritiro sullo stesso tema a Lubumbashi nella Repubblica Democratica
del Congo. I buoni frutti prodotti nei sacerdoti e religiosi congolesi presenti
in quel ritiro, lo avevano spinto a organizzare una cosa simile anche nel
suo paese. L’equipe di animazione era formata da Leon Sirabahenda, da Florence
Gillet focolarina e da padre Mimmo Arena degli Oblati di Maria Immacolata.
Ad essi si aggiunse anche la focolarina Monika Maria Wollf che sostituì
Florence nel terzo ritiro.
Il tema centrale impostato sulla spiritualità
della comunione sarebbe stato dato a tre voci: Florence e poi Monika Maria,
avrebbero accompagnato i sacerdoti nell'approfondimento esegetico del capitolo
17 del Vangelo di Giovanni, mentre l’abbé Leone e padre Mimmo
avrebbero aiutato i sacerdoti ad applicare questo spirito di comunione nella vita
ecclesiale e pastorale. Altre due attività sono state introdotte per favorire
la comunione: delle esperienze sul Vangelo vissuto e di comunione realizzata. Questo
aspetto è stato affidato ai Focolari del Burundi che avrebbe scelto delle persone
che avrebbero comunicato la loro esperienza a conclusione di ogni conferenza. Non
sono mancati, infine, i momenti di comunione anche fra i sacerdoti che si sono
svolti in un clima di raccoglimento e di silenzio, come giustamente avviene nei
Foyers de Charité.
Gli animatori, quindi, dopo una
preparazione remota e prossima hanno dato inizio a questi ritiri tanto attesi. Ci
fu veramente un coinvolgimento generale dell'Opera di Maria e molti dei suoi membri
a turno presteranno il loro servizio ogni giorno, non solo per donare le loro
esperienze, ma anche per preparare le stanze del Foyer de Charité, pulire e aiutare
in cucina ed altri servizi. Con tutti questi preparativi il terreno sembrava ben
preparato per poter sviluppare il tema scelto per questi esercizi spirituali:
"Per una nuova evangelizzazione. Il sacerdote, l’uomo della comunione”.
Cosa dire di questa esperienza che ha coinvolto
149 sacerdoti, tra i quali cinque religiosi? Sono sacerdoti e religiosi di una
Chiesa che, pur travagliata da conflitti etnici, esplode di giovinezza e di
vocazioni in ogni angolo del paese, e riscoprono i valori comunitari della
cultura africana.
È stata un’esperienza di una densità
unica, dove i giorni scorrevano velocemente senza avere il tempo di un po’ di riposo.
Era chiaro che non mancavano dei momenti difficoltà, di rinuncia, in mezzo al
caldo soffocante che preannunciava l’arrivo delle piogge, ma al contrattempo il
programma previsto non s’arrestava. Ci sorprendeva questa vita nuova che
nasceva dalla radice dell’amore crocifisso e portava alla resurrezione; vita
che univa anime e cuori in comunione; vita divina che diventava sorgente dei
doni dello Spirito Santo.
Ogni ritiro ha avuto la sua caratteristica
a seconda dei partecipanti, della varietà della loro età, del loro vissuto e
della loro formazione. Tuttavia si è notato subito un denominatore comune che
dava tanta gioia ed edificava. Si trattava della docilità con la quale i sacerdoti si
aprivano alla spiritualità di comunione e si avviavano così a passare dalla
cultura dell’io alla cultura del noi. Uno messaggio inviato alla Presidente
dell'Opera di Maria diceva che si avvertiva con sorpresa "la potente presenza dello Spirito Santo che col
suo soave soffio incrementava la Comunione".
Fu un’esperienza nuova nella quale si
vedeva la realtà della comunione espandersi, riempirsi di significati nuovi man
mano che veniva approfondita.
Tanti sacerdoti al
termine di ogni ritiro nella condivisione delle loro impressioni, dicevano di
aver scoperto l’importanza della Parola di Dio come strumento che crea
comunità; di aver percepito la bellezza di passare dall'io al noi, grazie anche
all'esperienza vissuta nei gruppi di condivisione. Tanti di loro, poi, si
dicevano colpiti dalla testimonianza di comunione vissuta fra noi animatori e con
coloro che venivano a raccontare le esperienze. "I temi, donati a tre voci – ha affermato qualcuno - erano lo zoccolo del ritiro, ma parlava con
maggiore eloquenza l’unità tra noi…, la presenza discreta e operosa della
comunità del Movimento e quelle brevissime esperienze della Parola offerte alla
fine di ogni conferenza davano un tocco efficace alle meditazioni". Molti
sacerdoti affermavano di voler impegnarsi a mettere lo spirito di comunione alla
base del loro essere e del loro agire e di portarlo nei loro ambienti. La
spiritualità di comunione ci è apparsa come il cuore del Vangelo, un cuore che
porta sangue nuovo a tutto il resto delle realtà evangeliche.
Il segretario della Nunziatura ci
confidava che questi ritiri sulla spiritualità della comunione portavano un “respiro di speranza” per il futuro del
Burundi. I rapporti di vera comunione hanno di certo la potenzialità di
rilanciare lo sforzo di una vera e profonda riconciliazione tra le diverse
etnie di questo paese; sforzo che attualmente sembra affievolito.
La lettera inviata a Emmaus et Jésus,
rispettivamente Presidente e Copresidente dell'Opera di Maria, comunicava quanto
segue:
I 149 sacerdoti, provenienti da tutte le
diocesi del Burundi si sono aperti generosamente alla spiritualità di
comunione, volendola portare nei loro ambienti di vita. Ancora una volta siamo
stati colpiti dall’azione dello Spirito Santo che ha infuso in tanti di essi
desideri di conversione… E, pur sottolineando la mancanza di comunicazione in
molte delle loro comunità, hanno espresso la volontà di ricominciare sulla via
della comunione. Noi portiamo nel cuore una grande gioia: di aver contribuito,
con l’annuncio della comunione, al bene della Chiesa del Burundi e del suo
avvenire. Con gratitudine allo Spirito Santo!"
Padre Mimmo Arena,
Florence Gillet,
Monika Maria Wolff,
Abbé Léon Sirabahenda
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