martedì 20 novembre 2018

In Burundi la speranza nasce dalla “Chiesa in comunione”



Bujumbura, Foyer de Charité, 30 settembre -19 ottobre 2018.

 
I sacerdoti del Burundi s’interrogano
sulla loro vita di comunione


Nei mesi di settembre ottobre 2018 si sono svolti a Bujumbura tre ritiri per sacerdoti e religiosi sulla spiritualità di comunione. Questi ritiri venivano programmati ogni anno in Burundi, il tema poi ha trovato il parere favorevole della Conferenza episcopale, e furono realizzati in collaborazione con il Foyer de Charité di Bujumbura. Non è la prima volta che si svolge una simile iniziativa in Africa perché nell’estate 2017 l’abbé Léon Sirabahenda, sacerdote burundese, aveva animato, insieme ad una focolarina Florence Gillet, un ritiro sullo stesso tema a Lubumbashi nella Repubblica Democratica del Congo. I buoni frutti prodotti nei sacerdoti e religiosi congolesi presenti in quel ritiro, lo avevano spinto a organizzare una cosa simile anche nel suo paese. L’equipe di animazione era formata da Leon Sirabahenda, da Florence Gillet focolarina e da padre Mimmo Arena degli Oblati di Maria Immacolata. Ad essi si aggiunse anche la focolarina Monika Maria Wollf che sostituì Florence nel terzo ritiro.



Il tema centrale impostato sulla spiritualità della comunione sarebbe stato dato a tre voci: Florence e poi Monika Maria, avrebbero accompagnato i sacerdoti nell'approfondimento esegetico del capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, mentre l’abbé Leone e padre Mimmo avrebbero aiutato i sacerdoti ad applicare questo spirito di comunione nella vita ecclesiale e pastorale. Altre due attività sono state introdotte per favorire la comunione: delle esperienze sul Vangelo vissuto e di comunione realizzata. Questo aspetto è stato affidato ai Focolari del Burundi che avrebbe scelto delle persone che avrebbero comunicato la loro esperienza a conclusione di ogni conferenza. Non sono mancati, infine, i momenti di comunione anche fra i sacerdoti che si sono svolti in un clima di raccoglimento e di silenzio, come giustamente avviene nei Foyers de Charité.



Gli animatori, quindi, dopo una preparazione remota e prossima hanno dato inizio a questi ritiri tanto attesi. Ci fu veramente un coinvolgimento generale dell'Opera di Maria e molti dei suoi membri a turno presteranno il loro servizio ogni giorno, non solo per donare le loro esperienze, ma anche per preparare le stanze del Foyer de Charité, pulire e aiutare in cucina ed altri servizi. Con tutti questi preparativi il terreno sembrava ben preparato per poter sviluppare il tema scelto per questi esercizi spirituali: "Per una nuova evangelizzazione. Il sacerdote, l’uomo della comunione”. 



Cosa dire di questa esperienza che ha coinvolto 149 sacerdoti, tra i quali cinque religiosi? Sono sacerdoti e religiosi di una Chiesa che, pur travagliata da conflitti etnici, esplode di giovinezza e di vocazioni in ogni angolo del paese, e riscoprono i valori comunitari della cultura africana.



È stata un’esperienza di una densità unica, dove i giorni scorrevano velocemente senza avere il tempo di un po’ di riposo. Era chiaro che non mancavano dei momenti difficoltà, di rinuncia, in mezzo al caldo soffocante che preannunciava l’arrivo delle piogge, ma al contrattempo il programma previsto non s’arrestava. Ci sorprendeva questa vita nuova che nasceva dalla radice dell’amore crocifisso e portava alla resurrezione; vita che univa anime e cuori in comunione; vita divina che diventava sorgente dei doni dello Spirito Santo.



Ogni ritiro ha avuto la sua caratteristica a seconda dei partecipanti, della varietà della loro età, del loro vissuto e della loro formazione. Tuttavia si è notato subito un denominatore comune che dava tanta gioia ed edificava. Si trattava della docilità con la quale i sacerdoti si aprivano alla spiritualità di comunione e si avviavano così a passare dalla cultura dell’io alla cultura del noi. Uno messaggio inviato alla Presidente dell'Opera di Maria diceva che si avvertiva con sorpresa "la potente presenza dello Spirito Santo che col suo soave soffio incrementava la Comunione". Fu un’esperienza nuova nella quale si vedeva la realtà della comunione espandersi, riempirsi di significati nuovi man mano che veniva approfondita.



Tanti sacerdoti al termine di ogni ritiro nella condivisione delle loro impressioni, dicevano di aver scoperto l’importanza della Parola di Dio come strumento che crea comunità; di aver percepito la bellezza di passare dall'io al noi, grazie anche all'esperienza vissuta nei gruppi di condivisione. Tanti di loro, poi, si dicevano colpiti dalla testimonianza di comunione vissuta fra noi animatori e con coloro che venivano a raccontare le esperienze. "I temi, donati a tre voci – ha affermato qualcuno - erano lo zoccolo del ritiro, ma parlava con maggiore eloquenza l’unità tra noi…, la presenza discreta e operosa della comunità del Movimento e quelle brevissime esperienze della Parola offerte alla fine di ogni conferenza davano un tocco efficace alle meditazioni". Molti sacerdoti affermavano di voler impegnarsi a mettere lo spirito di comunione alla base del loro essere e del loro agire e di portarlo nei loro ambienti. La spiritualità di comunione ci è apparsa come il cuore del Vangelo, un cuore che porta sangue nuovo a tutto il resto delle realtà evangeliche.



Il segretario della Nunziatura ci confidava che questi ritiri sulla spiritualità della comunione portavano un “respiro di speranza” per il futuro del Burundi. I rapporti di vera comunione hanno di certo la potenzialità di rilanciare lo sforzo di una vera e profonda riconciliazione tra le diverse etnie di questo paese; sforzo che attualmente sembra affievolito. 



La lettera inviata a Emmaus et Jésus, rispettivamente Presidente e Copresidente dell'Opera di Maria, comunicava quanto segue:



I 149 sacerdoti, provenienti da tutte le diocesi del Burundi si sono aperti generosamente alla spiritualità di comunione, volendola portare nei loro ambienti di vita. Ancora una volta siamo stati colpiti dall’azione dello Spirito Santo che ha infuso in tanti di essi desideri di conversione… E, pur sottolineando la mancanza di comunicazione in molte delle loro comunità, hanno espresso la volontà di ricominciare sulla via della comunione. Noi portiamo nel cuore una grande gioia: di aver contribuito, con l’annuncio della comunione, al bene della Chiesa del Burundi e del suo avvenire. Con gratitudine allo Spirito Santo!"

Padre Mimmo Arena,

Florence Gillet,

Monika Maria Wolff,

Abbé Léon Sirabahenda

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