giovedì 3 maggio 2018

Consacrate, Religiosi e laici verso la comunione dei carismi

Castel Gandolfo (Centro Mariapoli), 12-15 aprile 2018

Incontro del Movimento

delle Religiose e dei Religiosi


 
Le due branche delle Consacrate e dei Religiosi dell’Opera di Maria, da tempo si stanno confrontando per rilanciare il Movimento dei Religiosi e delle Religiose che porta in sé i loro molteplici carismi, allo scopo di farli illuminare dal Carisma dell’Unità dell’Opera di Maria (o Movimento dei Focolari). Essi sono convinti che tutti i carismi, se ben vissuti e partecipati, possono essere una risposta alle attese ecclesiali di oggi.
I consacrati che sono stati in contatto con il carisma dell’Unità di Chiara Lubich, dopo aver ripensato ad un nuovo “Paradigma” che rilancerebbe questo Movimento, sono finalmente arrivati al momento di poter dare inizio ad un confronto che lo valorizzi, con quelle modalità e aperture che la Chiesa auspica e che l’Opera di Maria vorrebbe.
Questo incontro era carico di attese. Infatti, una cinquantina di uomini e donne espressamente invitati - persone consacrate, ma anche laici vicini a qualcuno a qualcuno di questi carismi -, si sono sentiti in dovere di poter dare delle risposte puntuali e vitali, partendo dai bisogni della gente e sulla base del carisma dell’Unità.

Il programma, introdotto da P. Salvo D’Orto O.M.I., prevedeva un percorso riflessivo che si concentrava sull’unità chiesta da Gesù al Padre prima della sua passione (I° giorno), sull'attenzione alle giovani generazioni (II° giorno) e sull’individuazione di risposte concrete e incarnate nel contesto di oggi (III° giorno). Al termine di ogni giorno i gruppi di lavoro erano impegnati ad individuare alcune linee operative fondamentali maturate dalle loro esperienze concrete, che sono state poi condivise in plenaria. È proprio su queste linee di azione, non certo teoriche ma che esigono un'incarnazione, che qui ci soffermiamo di più, perché saranno oggetto di ulteriori sviluppi ispirati da un metodo pratico, vitale ed esperienziale, che, se verificato ed evangelicamente corretto, porta frutto.

 Ut omnes unum sint

 
Partendo, quindi, da una riflessione che Chiara Lubich ha tenuto nel 1981 sull’unità, aiutati anche da un recente intervento di Jesús Morán, l'attuale Copresidente dell’Opera di Maria, si sono cercate quelle linee d’incarnazione del carisma per guardare all’oggi con quel taglio operativo che valorizza la vita. Questo sguardo è stato ulteriormente sottolineato nel pomeriggio da Andrew Camilleri, consigliere generale del Movimento dei Focolari, che ha presentato dei percorsi nuovi che si stanno attualizzando e che stanno dando frutti in tutto il mondo.
Il lavoro che si è svolto nei gruppi, infatti, ha sottolineato queste linee operative che danno speranza. Ecco alcune di queste linee operative:

-     vanno individuati nuovi modi per trasmettere alle proprie comunità una testimonianza gioiosa del proprio carisma vissuto alla luce del carisma dell’unità, perché è un carisma che le rinnova e le illumina;
-     questa passione per l’unità, oltre a rimettere in luce la bellezza dei carismi, è un segno profetico che porta ad una rinascita delle proprie famiglie religiose e rende più visibile la Chiesa con la sua tensione alla santità;
-     il carisma è come un filo d’oro che sa tessere fedeltà e perseveranza. E, inoltre, rivela l’unità tra religiosi che hanno in comune lo stesso Vangelo vissuto, la scelta dell’unico Dio e l’amore a Gesù Crocifisso e Abbandonato. Questi sono religiosi in vocazione e in missione, e vogliono essere persone di comunione che danno la vita;
-     i carismi sono segni profetici che vanno rilanciati nella quotidianità, ma anche nei continenti, nei prosessi d’inculturazione, nella collaborazione tra i vari istituti religiosi, nel vivere nella reciprocità tra il femminile e il maschile, perché tutto ciò crea un vero ambiente di crescita per le proprie comunità religiose e per i laici che vivono attorno ad esse;
-     se è vero che ogni carisma è un dono che Dio fa all’umanità, è vero anche che ogni carisma richiede una radice profonda per dare risposte, sia alle famiglie religiose portatrici del proprio carisma che alla società. Per cui l’essere aperti alle ispirazioni dello Spirito suggerisce, poi, di mettere in atto dei processi di unificazione, con iniziative ben curate che fanno crescere la cultura dell’unità.

 Le giovani generazioni


Questa seconda giornata inizia con alcuni stralci dei discorsi che Chiara Lubich ha fatto ai giovani del Movimento dei Focolari negli anni ’70, dove si sottolinea che il rapporto tra le generazioni richiede quella dinamica di rispetto, di reciprocità e di armonia che sappia riflettere i rapporti trinitari. È su quest’onda che la giornata si è svolta. I giovani che nella Chiesa stanno facendo un cammino nei movimenti ecclesiali, nella parrocchie e nelle comunità religiose, nel sociale, danno speranza e non hanno uno sguardo limitato e ristretto, ma uno sguardo che abbraccia il mondo intero.
Questi aspetti, emersi anche nelle esperienze concrete raccontate nelle tavole rotonde, sono state sottolineate anche dai lavori di gruppo.
-       Alla base dei rapporti tra le generazione ci deve sempre essere un legame di unità e distinzione, ma questi rapporti siano espressivi di un cuore buono, di una presenza viva di Gesù, di un saper riconoscere i propri errori e ricominciare.
-       Come fare, quindi, per portare ai giovani religiosi quest’ansia benefica per l’unità? A loro gli ideali non mancano, perciò vanno sostenuti nei loro progetti con l’affetto, la preghiera e, perché no!, con la provvidenza.
-       Inoltre, nei rapporti personali un/a giovane, si richiede ascolto profondo e fiducia, e le conseguenti proposte siano il frutto di un’esperienza personale con Gesù;

-       Sulla questa base esperienziale la testimonianza acquista più senso per i giovani. Per cui, incontrandoli nel loro ambiente, vanno avvicinati facendo loro conoscere le conseguenze pratiche della Parola di Dio vissuta, e come questo stile di vita può trasformare l’esistenza umana.
-       In sostanza, per portare i giovani a Dio in modo che Lui faccia trovare il loro posto nella Chiesa, occorre coltivare le famiglie, rieducarci all’ascolto dei giovani, riscoprire il valore della preghiera, rispondere al bisogno di accoglienza, accompagnare per saperle superare le fragilità del mondo giovanile, spesso dovute a difficoltà in famiglia.

L’Incarnazione come risposta ai bisogni

 
Il terzo giorno è stato interamente dedicato alla ricerca di una incarnazione che sappia guardare ai bisogni reali e concreti, manifesti o nascosti, palesi o sommersi. In questa direzione un commento di Hubertus Blaumeiser su Risurrezione di Roma, testo scritto da Chiara Lubich nel ’49, ha aiutato tutti ad avere uno sguardo sulla realtà, per riuscire ad andare fino alla radice dei problemi, per saperli guardare con lo sguardo stesso di Dio.
Molto proficuo si è rivelato anche l’incontro con l’associazione “Famiglie Carismatiche in Dialogo”, dove sono intervenuti P. Isidoro Murciego, Presidente del Comitato Coordinatore dell’Associazione, e Donatella Acerbi, sua collaboratrice e prima responsabile dei laici pallottini. Coordinati da Antonio Porcellato della SMA (Società Missioni Africane), questo incontro ha spalancato lo sguardo sulla comunione tra i carismi. Una esigenza reale e tanto attesa dall'Associazione Famiglie Carismatiche, che dopo alterne vicende sembra abbia trovato una sua linea operativa, grazie anche p. Fabio Ciardi.
La Tavola Rotonda a tutto campo che ne è seguita con il Movimento Parrocchiale e Diocesano, Movimento Sacerdotale, Movimento Famiglie Nuove, Movimento Nuova Umanità, ha dimostrato quanto tutti questi movimenti dell’Opera di Maria possono essere tra loro in sintonia e collaborare insieme, pur salvaguardando lo specifico di tutti.
Alla fine, nei gruppi di lavoro si sono posti questi interrogativi: Quali sono i bisogni reali della nostra società a cui rispondere? E poi, come rispondervi? Da questo lavoro è emerso che:
-       La realtà va guardata con coraggio e senza turbarsi. La forza viene dall’unione con Dio e dal Risorto che è tra noi. Con quest’animo il dialogo può essere portato avanti con chiunque: con le nuove generazioni in ricerca, con le persone senza riferimenti a principi religiosi, con le famiglie disastrate…
-       Le azioni da promuovere possono essere tante, ma merge sempre più l’orientamento di avere un unico movimento di persone consacrate; che ci si impegni di più nel promuovere le giovani generazioni di consacrate e religiose; che si collabori effettivamente con tutti i movimenti a largo raggio…
-       È necessario creare spazi per favorire le esperienze di comunione, perseverando nell’amore fino alla reciprocità, fino ad arrivare all’applicazione della mistica del noi.
-       In questo compito i laici non sono esclusi, anzi, sono pienamente coinvolti. Infatti guardandoci attorno, gli impegnati del Movimento per l’unità dei carismi, ci sono già, si tratta di riconoscerli e di camminare insieme.

In conclusione, riascoltando quanto Emmaus e Jesús, Presidente e Copresidente del Movimento dei Focolari, hanno detto ai religiosi e alle religiose il 22 febbraio scorso, emerge che alcune direttive erano già state anticipate e, quindi, questo programma di azione infonde fiducia e porta a mettersi insieme con le nostre particolarità e sinergie per dare risposta ai bisogni. È nata in tutti la percezione che di fronte a noi ci sono delle autostrade aperte per arrivare all’ut omnes, per vivere la mistica del noi, per irradiare la comunione e formarsi con continuità.

Perciò, non solo linee di azione, di irradiazione, di formazione, del mettersi in rete, ma anche prendere coscienza che qui si parla di un Movimento unico che è una diramazione dell’Opera di Maria con le sue specifiche caratteristiche. Mentre le due Branche, quelle delle Consacrate e dei Religiosi, rimangono distinte, la struttura di questo Movimento, invece, sarà molto leggera, testimonierà la reciprocità tra la parte maschile e la parte femminile e farà emergere, valorizzandole in pieno, la presenza e la collaborazione dei laici.
Questa immagine significativa di Chiara Lubich rispecchia molto bene questo momento di rilancio del Movimento dei Carismi per l’unità. «Dio ci ha posti in quest'Opera come su una navicella, che naviga sulle acque del tempo verso un posto a noi sconosciuto, chi la spinge non siamo noi. È lo Spirito Santo che con il suo soffio divino ci indica le diverse tappe del viaggio da raggiungere» (Chiara Lubich).

Nessun commento:

Posta un commento