sabato 19 maggio 2018

Eventi straordinari in Casa Emmaus


Loppiano (Firenze), 16 maggio 2018.


Il papa a Loppiano

Casa Emmaus e le sue abitanti incontrano Papa Francesco 

e Luce Ardente con alcuni dei suoi monaci 


Siamo il gruppo di Religiose di Casa Emmaus: quattro della Scuola e quattro arrivate a Loppiano per l’occasione. Abbiamo avuto l’opportunità e la grazia speciale di essere presenti alla visita del Papa a Loppiano. Ecco, brevemente, alcune nostre esperienze scritte a più mani. Come si può immaginare nella Piazza del santuario Theotókos c’erano altre religiose dell’Opera. Anche loro arrivate per incontrare il papa insieme a tutta la città.


La sera precedente abbiamo partecipato alla Messa presieduta da Jesús Morán nella quale Emmaus (Maria Voce) ci ha introdotti al patto di amore scambievole. Insieme a tutti i presenti della Mariapoli Renata lo abbiamo firmato ed è stato per noi un momento di grazia speciale, in quanto ci siamo sentite famiglia di Dio e figlie di Chiara, legate tra noi come un unico corpo.

All’arrivo del Papa abbiamo respirato aria di cielo; è stata un’esperienza tangibile di spiritualità, armonia, ordine, silenzio, preghiera, unità profonda e ascolto totale di quanto il Santo Padre ci donava con la Sua parola.

Una gioia profonda ha alimentato il nostro desiderio di essere sempre più testimoni della gioia del Risorto. È stato bello vedere come tutto il popolo camminava verso la Theotókos, con tranquillità, nella gioia dell’incontro; così è stato poi nel defluire dalla Piazza: somigliava ad una grande famiglia riconfermata nella fede e nell’amore reciproco. 

Fr. Jean de Dieu del Congo, Sr Lina della Lituania ci hanno rappresentate tutte davanti al Papa e gli hanno portato l’espressione delle due scuole dei Consacrati e delle Consacrate dicendogli semplicemente: «Santo Padre, ti vogliamo bene e ogni giorno preghiamo per Te. Grazie per le parole che ci dici». E questo è proprio quello che Lui ci ha chiesto alla fine del Suo discorso! «E non dimenticatevi di pregare per me perché ne ho tanto bisogno».


In quel momento sentivamo di rappresentare i/le consacrati/e di tutto il mondo. È stato un momento storico e un punto fermo per un vero rilancio verso il futuro. Il Papa ci ha sollecitati a procedere con la mente, con il cuore e con le mani ad offrire al mondo la nostra gioiosa testimonianza. Ci ha invitati anche ad evitare pettegolezzi, per non essere terroristi nei confronti del fratello, ad avere il coraggio di parlare chiaro, di non aver paura del confronto. Ci ha parlato apertamente del rischio e delle fragilità, quindi, di cercare insieme le nuove vie di comunione e di dialogo. Cosa che ha suscitato in noi, subito, un forte impegno e la volontà di irradiare e incarnare questa realtà nella nostra vita. 

A Casa Emmaus ci siamo incontrate con Luce Ardente e con gli altri 4 monaci che erano con lui. Egli si è domandato: come mai Chiara che non è Buddista ha trovato i sette modi di vivere il Buddismo? Con lui abbiamo sperimentato che l’ideale ci rende subito famiglia. Ci ha colpito molto la presentazione che ha fatto di sé e dei suoi confratelli. Ha esordito dicendo che «siamo consacrati come voi e anche per noi è fondamentale la castità». Viverla aiuta il distacco dalle cose. Avendo fatto esperienza profonda di unità abbiamo capito, a livello ancora più reale, che l’unità è possibile con e per tutti. Luce Ardente ha colto l’amore con cui avevamo preparato il tavolo per un piccolo rinfresco, ha visto in quel semplice gesto un segno di accoglienza e di grande ospitalità, che attira ogni benedizione.
Siamo grate di ogni dono che lo Spirito Santo ci fa; soprattutto dell’unità.

Le Consacrate di Casa Emmaus.

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