Loppiano (Firenze), 16 maggio 2018.
Il papa a Loppiano
Casa Emmaus e le sue abitanti incontrano Papa Francesco
e Luce Ardente con alcuni dei suoi monaci
Siamo il gruppo di Religiose
di Casa Emmaus: quattro della Scuola e quattro arrivate a Loppiano per
l’occasione. Abbiamo avuto l’opportunità e la grazia speciale di essere
presenti alla visita del Papa a Loppiano. Ecco, brevemente, alcune nostre esperienze
scritte a più mani. Come si può immaginare nella Piazza del santuario Theotókos c’erano altre religiose dell’Opera. Anche loro arrivate per incontrare il papa insieme a tutta la città.
La sera precedente abbiamo
partecipato alla Messa presieduta da Jesús Morán nella quale Emmaus (Maria
Voce) ci ha introdotti al patto di amore scambievole. Insieme a tutti i presenti della
Mariapoli Renata lo abbiamo firmato ed è stato per noi un momento di grazia
speciale, in quanto ci siamo sentite famiglia di Dio e figlie di Chiara, legate
tra noi come un unico corpo.
All’arrivo del Papa abbiamo respirato
aria di cielo; è stata un’esperienza tangibile di spiritualità, armonia, ordine, silenzio,
preghiera, unità profonda e ascolto totale di quanto il Santo Padre ci donava
con la Sua parola.
Una gioia profonda ha alimentato il nostro
desiderio di essere sempre più testimoni della gioia del Risorto. È stato bello vedere come tutto il
popolo camminava verso la Theotókos, con tranquillità, nella gioia
dell’incontro; così è stato poi nel defluire dalla Piazza: somigliava ad una grande
famiglia riconfermata nella fede e nell’amore reciproco.
Fr. Jean de Dieu del Congo,
Sr Lina della Lituania ci hanno rappresentate tutte davanti al Papa e gli hanno portato l’espressione
delle due scuole dei Consacrati e delle Consacrate dicendogli semplicemente: «Santo
Padre, ti vogliamo bene e ogni giorno preghiamo per Te. Grazie per le parole
che ci dici». E questo è proprio quello che Lui ci ha chiesto alla fine del Suo
discorso! «E non dimenticatevi di pregare per me perché ne ho tanto bisogno».
In quel momento sentivamo di rappresentare i/le
consacrati/e di tutto il mondo. È stato un momento storico e un punto fermo per
un vero rilancio verso il futuro. Il Papa ci ha sollecitati a procedere con la
mente, con il cuore e con le mani ad offrire al mondo la nostra gioiosa testimonianza. Ci ha invitati anche ad
evitare pettegolezzi, per non essere terroristi
nei confronti del fratello, ad avere il coraggio di parlare chiaro, di non aver
paura del confronto. Ci ha parlato apertamente del rischio e delle fragilità, quindi, di cercare
insieme le nuove vie di comunione e di dialogo. Cosa che ha
suscitato in noi, subito, un forte impegno e la volontà di irradiare e
incarnare questa realtà nella nostra vita.
A Casa Emmaus ci siamo incontrate con
Luce Ardente e con gli altri 4 monaci che erano con lui. Egli si è domandato: come mai Chiara che non è Buddista ha
trovato i sette modi di vivere il Buddismo? Con lui abbiamo sperimentato che
l’ideale ci rende subito famiglia. Ci ha colpito molto la presentazione che ha
fatto di sé e dei suoi confratelli. Ha esordito dicendo che «siamo consacrati
come voi e anche per noi è fondamentale la castità». Viverla aiuta il distacco
dalle cose. Avendo fatto esperienza profonda di unità abbiamo capito, a livello
ancora più reale, che l’unità è possibile con e per tutti. Luce Ardente ha
colto l’amore con cui avevamo preparato il tavolo per un piccolo rinfresco, ha
visto in quel semplice gesto un segno di accoglienza e di grande ospitalità,
che attira ogni benedizione.
Siamo grate di ogni dono che lo Spirito Santo ci fa;
soprattutto dell’unità.
Le Consacrate di Casa Emmaus.
Nessun commento:
Posta un commento